venerdì 27 Dicembre 2024
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La Cassazione: le scuole con rischio sismico anche lieve vanno chiuse

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Le scuole non a norma con la legislazione antisismica vanno chiuse anche se insistono su aree classificate “a rischio sismico lieve”, in quanto i terremoti non sono prevedibili e un minimo scostamento dei parametri può nascondere pericoli considerevoli. Lo ha stabilito la Cassazione, pronunciandosi in via definitiva sulla vicenda della scuola di Ribolla, frazione del Comune di Roccastrada (Grosseto).

Secondo la Cassazione, il rischio di crollo esiste anche se la scuola si trova in un’area a “basso rischio sismico” e anche se si rileva un “minimo scostamento dai parametri di edificazione” contenuti nelle Norme Tecniche per le Costruzioni – NTC 2008.

Per far scattare i sigilli è sufficiente la violazione delle norme che impongono il raggiungimento di determinati standard. Non è invece necessaria la presenza di un pericolo concreto. Questo perché “nel carattere non prevedibile dei terremoti”, le regole tecniche di edificazione mirano a contenere i rischi nell’eventualità che l’evento sismico si verifichi.

Nel caso preso in esame dalla Cassazione, in base al certificato di idoneità sismica rilasciato nel 2013, la scuola di Ribolla presentava un livello di rischio sismico pari a 0,985, mentre il parametro della sicurezza statica si intende raggiunto con un punteggio pari a 1. In altre parole, anche se per poco, era emersa la non idoneità sismica dello stabile.

La scuola era stata sequestrata, ma poi riaperta dopo il ricorso del sindaco di Roccastrada al Tribunale del riesame. Secondo il Tribunale del riesame, non c’era il concreto pericolo di crollo dell’edificio, che in base agli accertamenti condotti presentava una inadeguatezza minima rispetto ai vigenti parametri costruttivi antisismici. Di parere opposto i giudici della Cassazione, che hanno accolto le proteste della Procura di Grosseto. Il sindaco di Roccastrada è ora indagato ed è stato disposto il sequestro della scuola.

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