Questi i suggerimenti formulati dal Consiglio di Stato con il parere n. 359/2018 dello scorso 12 febbraio sulla bozza di DPCM attuativo del Codice Appalti. (D. Lgs 50/2016).
Il Cds approva la linea operativa contenuta nel decreto, che “contempera l’esigenza di non allungare troppo i tempi di realizzazione delle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale e quella di dare effettività al coinvolgimento dei cittadini”, ma evidenzia alcune criticità su cui puntare l’attenzione.
In particolare, secondo i giudici, occorre rivedere la partecipazione al dibattito pubblico: considerata l’entità delle soglie economiche e dimensionali che ne delimitano l’applicazione, non è pensabile di limitare a pochi casi il ricorso al confronto. Una maggiore partecipazione, estesa anche alle infrastrutture minori, potrebbe, infatti, ridurre i contenziosi sulla realizzazione delle opere. Il Cds suggerisce, inoltre, di coinvolgere nei meccanismi di protezione anche dei beni culturali e del paesaggio, tutelati ai sensi del D. Lgs 42/2004 e di non limitare la tutela ai soli beni del patrimonio Unesco.
Indicazioni anche sul fronte dei tempi: occorre stabilire un termine entro il quale avviare il dibattito e garantire la trasparenza attraverso l’obbligo di pubblicazione dell’avviso di avvio del dibattito pubblico sul sito della Commissione nazionale per il dibattito pubblico e dei Comuni interessati dalla realizzazione dell’opera.
Per velocizzare le procedure, il Cds ha, inoltre, proposto di costituire la Commissiona nazionale con un numero dispari di membri.