giovedì 5 Dicembre 2024
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1000 giorni dal Progetto al cantiere. Adesso basta! La proposta FederCepi Costruzioni al nuovo Governo

Italia: mille giorni…non di te e di me… (parafrasando la famosa canzone di Claudio Baglioni), ma dal progetto al cantiere. 1000 giorni è il tempo che nel nostro Paese intercorre, tra la fase di approvazione del progetto, e l’apertura del cantiere.

Secondo un rapporto dell’Agenzia per la Coesione territoriale, il tempo medio in Italia per realizzare un’opera da 50-100 milioni è di oltre 11 anni, di cui cinque di progettazione, con una media di circa tre anni di progetti per gli enti gestori di reti (Autorità portuali, Anas, Rfi). Una stima convalidata nella pratica dall’incrocio di dati riservati raccolti presso le stazioni appaltanti e la stessa normativa in materia, dove emerge come il tempo totale per progettare un’opera pubblica con valore tra 50 e 100 milioni di euro varia tra i 900 e i 1.080 giorni.

Vediamo perché: la predisposizione del capitolato d’appalto per il progetto definitivo ed esecutivo è di 60-90 giorni, il tempo della gara è di 250 giorni (che comprendono i tempi di pubblicazione, della raccolta delle offerte, della valutazione della commissione e le conseguenti pubblicazioni). Parallelamente alla gara, viene individuato il soggetto validatore (ente di certificazione o albo) che dovrà esaminare ovviamente il progetto dell’opera, la cui redazione dura dai 120 ai 180 giorni. L’esame dell’ente validatore è di circa altri 30 giorni, dopodiché il progetto definitivo passa ai comitati tecnici-amministrativi (se l’opera vale meno di 50 milioni) o al Consiglio superiore dei lavori pubblici (se vale più di 50 milioni). I Comitati si esprimono generalmente in 30 giorni, il Consiglio si prende 60-90 giorni. Parallelamente (in gergo tecnico, “in ombra”) a questo esame, il progetto passa all’esame della Conferenza dei servizi, per un periodo tra 45 e 90 giorni. Sul progetto definitivo può essere condotta, dove necessario, la Valutazione di impatto ambientale, che a livello regionale (escludiamo il caso più complesso della Via statale) è condotta in simultanea e ha una durata massima di 150 giorni. Eventuali modifiche comportano tempi che le fonti definiscono “incerti”.

Si arriva così alla progettazione esecutiva: i tempi per la disposizione del capitolato sono tra 60 e 90 giorni, i tempi di gara si aggirano sui 200 giorni, la progettazione stessa è sui 90-120 giorni, cui si aggiungono gli altri 30 giorni per la verifica del soggetto validatore.

Dopodiché, si apre il cantiere, a meno che non intervengano altri fattori: il più frequente in Italia è il ricorso della società seconda classificata contro quella che ha vinto l’appalto (200 giorni per la sentenza di primo grado, 360 giorni per il primo grado del civile).

Sul procedimento, che è sottoposto al controllo dei revisori dei conti dell’ente e alla magistratura contabile, esercita la vigilanza il ministero dei Trasporti, mentre il ministero dell’Economia può ordinare delle ispezioni in qualunque momento. Esercitano i propri controlli a vario titolo l’Autorità della Concorrenza, l’Anticorruzione e quella dei Trasporti: ogni intervento di questi enti va ovviamente ad allungare, in maniera indefinita, le tempistiche per la realizzazione dell’opera. Con questi tempi non riusciremo mai a competere con gli altri Paesi dell’UE. A causa delle lungaggini burocratiche dei vari Enti che (con molta calma), esprimono pareri di valutazione sui progetti, le imprese chiudono, gli operai continuano a perdere i posti di lavoro, i cittadini non beneficiano di opere ed investimenti infrastrutturali che sono indispensabili al miglioramento della qualità della vita.

Adesso BASTA!!!

FedercepiCostruzioni proporrà al nuovo governo una Legge antiburocrazia: per tutte le opere pubbliche dovrà essere convocata una maxi conferenza di servizi tra tutti gli Enti preposti, che avrà l’obbligo di esaminare ed approvare, anche con prescrizioni, nel tempo massimo di 90 giorni, tutti i progetti. Decorso tale termine le opere saranno poste in appalto secondo i pareri e le prescrizioni emessi in Conferenza, senza aspettare la correzione degli elaborati che avverrà in corso d’opera.

Non possiamo continuare a morire di troppa burocrazia!

Il presidente

Antonio Lombardi

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