mercoledì 27 Novembre 2024
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Delibera Cipe 127/2017 – 350 milioni di euro per riqualificazione energetica e antisismica

Il  Cipe, che con la delibera 127/2017,  pubblicata nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, ha riprogrammato le risorse stanziate ai sensi della Legge per l’edilizia residenziale (L.457/1978) e non utilizzate, destinando 350 milioni di euro alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza antisismica degli edifici di edilizia residenziale pubblica, nonché alla rigenerazione dei quartieri degradati.

 La riprogrammazione delle risorse seguirà una serie di priorità. Gli interventi dovranno essere coerenti con le policy dell’Unione Europea in tema di ambiente e sicurezza nell’edilizia pubblica. Si dovrà perseguire inoltre l’obiettivo “consumo suolo zero”, privilegiando il recupero edilizio ed urbano rispetto alla nuova edificazione.

 Le funzioni residenziali dovranno integrarsi con quelle extra-residenziali e nei quartieri degradati sarà incrementata la dotazione infrastrutturale.

 Gli interventi dovranno garantire l’efficientamento energetico degli edifici, l’innalzamento dei livelli di qualità dell’abitare attraverso il superamento delle barriere architettoniche e il miglioramento della sicurezza nell’utilizzo degli spazi.

 Saranno preferiti gli spazi flessibili e l’innovazione tecnologica secondo i principi dell’autosostenibilità. Imprescindibile infine l’adeguamento o il miglioramento sismico degli edifici.

 Sul totale delle risorse disponibili, 250 milioni di euro finanzieranno un programma integrato di edilizia sociale, mentre i restanti 100 milioni saranno destinati  aree colpite dagli eventi sismici.

 Fino a 250 milioni di euro saranno destinati all’attuazione di un programma integrato di edilizia sociale, intesa quale sovvenzionata e agevolata. Le proposte saranno individuate da Comuni, ex Iacp comunque denominati, imprese e cooperative di edilizia convenzionata.

Per consentire il consumo di suolo zero, i programmi dovranno prevedere il recupero e la ristrutturazione degli immobili esistenti o la loro demolizione e ricostruzione e, solo in via residuale, la realizzazione di nuove costruzioni.  Oltre agli alloggi, i progetti dovranno prevedere una serie di servizi complementari. Gli alloggi che usufruiranno di un contributo pubblico a copertura totale del costo di realizzazione dovranno essere destinati alla locazione permanente con canone sociale. Quelli realizzati con un contributo pubblico parziale saranno destinati alla locazione permanente o con patto di futura al termine del periodo di locazione a canone agevolato.

Gli interventi dovranno essere conformi alla Direttiva 2010/31/UE sugli edifici a energia quasi zero. Bisognerà quindi garantire una prestazione energetica dell’immobile, con riferimento alle linee guida del decreto interministeriale 26 giugno 2015, pari almeno alla classe  di  efficienza A1 per gli interventi di recupero e riuso e pari alla più alta classe A4 di efficienza per gli interventi di sostituzione edilizia, demolizione e ricostruzione, nonché di nuova costruzione.

I progetti dovranno perseguire la messa in sicurezza delle componenti strutturali degli immobili mediante interventi di adeguamento o miglioramento sismico.

 Per migliorare la qualità urbana, una quota fino al 20% del finanziamento statale potrà essere impiegata per il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni secondarie (asili nido, scuole materne e primarie, attrezzature sportive, ecc).

Oltre alla valutazione di merito dei progetti, la ripartizione delle risorse terrà conto delle domande di edilizia residenziale sociale presentate, della popolazione residente e del numero di famiglie in affitto.

In ciascuna regione potranno essere finanziate non più di due proposte di intervento.

La delibera riserva una quota delle risorse, fino a 100 milioni di euro, alla realizzazione di programmi di edilizia residenziale sociale nelle aree colpite dai terremoti del 24 agosto 2016, del 26 ottobre 2016, del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017.

Per ottenere i finanziamenti, i progetti dovranno rispettare tutti i requisiti di sostenibilità e sicurezza previsti per gli interventi da realizzare nelle altre zone d’Italia.

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