Con l’entrata in vigore della Legge dello Stato n. 96 del 09/08/2018, di conversione del Decreto Dignità, è stata confermata l’abolizione dello split payment per i professionisti che, pertanto, non sono più soggetti al meccanismo di scissione del pagamento dell’Iva per le prestazioni di servizi rese alle P.A.. La novità riguarda le fatture emesse successivamente al 12 agosto 2018, entrata in vigore della legge. La Legge ha accolto l’appello dei professionisti, che lavorano con la Pubblica Amministrazione, i quali hanno sottolineato come essi siano già soggetti alla ritenuta d’acconto e che l’ulteriore aggravio del mancato incasso dell’Iva rappresenterebbe un’ingiustizia.
Si resta in attesa della soppressione del meccanismo anche nei confronti delle imprese di costruzione, che a causa di tale misura si trovano costantemente in credito d’Iva nei confronti dello Stato contro la quale a poco sono servite le misure per accelerare il rimborso Iva predisposte dal Governo.
La situazione per le imprese si presenta di gran lunga più gravosa, considerando che tra Iva versata e quella soggetta a Split Payment la perdita di liquidità è stimata intorno ai 2,5 miliardi di euro l’anno.
E’ sufficiente la fatturazione elettronica, secondo le imprese, a scongiurare il pericolo dell’evasione fiscale. Come noto, infatti, oltre che i rapporti con la Pubblica Amministrazione, a partire dal 1° luglio 2018 la fatturazione elettronica interessa anche i rapporti tra i privati nei subappalti, in presenza dei quali, per le prestazioni rese dai subappaltatori e dai subcontraenti nei confronti dell’impresa principale, la fatturazione deve avvenire obbligatoriamente in forma elettronica.
Dal 1° gennaio l’obbligo verrà esteso anche ai passaggi successivi, qualora i subappaltatori si avvalgano di beni o servizi resi da altro soggetto.