L’idea arriva dall’Associazione Idrotecnica Italiana, che ha suggerito di introdurre, come emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2019, un’agevolazione di cui poter usufruire, anche da parte di privati, per interventi di attenuazione del dissesto idrogeologico.
Come già accaduto per le agevolazioni fiscali previste nel sismabonus, l’idrobonus potrebbe incentivare la realizzazione di interventi per la riduzione del rischio idraulico, per prevenire le spese derivanti dalla riparazione dei danni causati dalle frequenti alluvioni e frane, con conseguente riduzione delle quote a carico dello Stato e degli enti locali.
La proposta prevede che l’agevolazione, da applicare nelle zone a rischio già individuate e classificate dei documenti di pianificazione redatti in tutto il Paese (PAI,PGRA), interessi i seguenti interventi:
– la trasformazione delle superfici impermeabili in superfici permeabili;
– la realizzazione di opere per conseguire l’invarianza idraulica rispetto alle condizioni che preesistevano all’edificazione;
– il recupero delle acque meteoriche;
– gli interventi di delocalizzazione dei fabbricati esistenti nelle fasce fluviali e nelle aree classificate a rischio nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) o nei Piani di Gestione del Rischio di Alluvione (PGRA);
– gli interventi sulle sponde dei corsi d’acqua operati dai proprietari frontisti”.
L’Associazione propone, inoltre, una detrazione più sostanziosa, pari al 90%, per interventi che richiedano un maggiore dispendio di risorse sia in termini di lavoro che economico: lavori di delocalizzazione degli edifici esistenti all’interno delle aree classificate a rischio molto elevato (R4) edificati prima della classificazione dell’area.