Per la realizzazione delle infrastrutture prioritarie, ma anche per il completamento di quelle ferme, il decreto Sblocca Cantieri prevede il silenzio assenso e l’accorciamento dei termini previsti dalle norme in materia di tutela dei beni culturali e ambientali. Non è però ancora chiaro su quali situazioni il provvedimento andrà concretamente ad incidere.
Si tratta infatti di un numero elevatissimo di disposizioni, al punto che secondo il dossier elaborato dal Servizio studi del Senato bisognerebbe circostanziare meglio su quali disposizioni lo Sblocca Cantieri andrà ad impattare.
Lo sblocco delle opere ferme passa anche attraverso il potenziamento del ruolo dei commissari straordinari. Figure già presenti nel panorama normativo, che potranno agire agilmente in deroga alle leggi sugli appalti, in collaborazione con le neonate cabine di regia governative.
Per sbloccare la realizzazione delle opere in materia di ambiente e beni culturali, il decreto stabilisce il principio del silenzio-assenso per il rilascio di determinati atti amministrativi propedeutici all’approvazione del progetto il cui termine è fissato in misura comunque non superiore a 60 giorni. In materia di tutela ambientale, il decreto dimezza i termini dei procedimenti.
Come si legge nel dossier del Senato, le modifiche toccano una pluralità di procedimenti autorizzativi e alla luce del rilievo costituzionale degli interessi tutelati, bisognerebbe anche in questo caso indicare con precisione quali sono gli iter abbreviati.
Nel Codice dell’ambiente (D.Lgs. 152/2006), ad esempio, ci sono diverse procedure che devono concludersi con l’assenso dell’Amministrazione competente. C’è la valutazione ambientale strategica che prevede termini fino a 90 giorni per la verifica di assoggettabilità e 150 giorni tra consultazione pubblica e decisione finale.
Per la valutazione d’impatto ambientale si può impiegare da un minimo di 15 giorni a un massimo di 195 giorni.
Per l’autorizzazione paesaggistica e l’autorizzazione culturale, previste dal Codice dei Beni ambientali e del paesaggio (D. Lgs n. 42/2004) i cui termini ordinari sono di 45 giorni, ma in presenza di conferenza di servizi o altri approfondimenti si possono toccare i 235 giorni.
C’è poi l’autorizzazione integrata ambientale (AIA), che prevede termini pari a 150 giorni dalla presentazione della domanda.
L’autorizzazione paesaggistica contempla un termine tassativo di 60 giorni dal ricevimento della domanda. Alcune opere, da eseguirsi da parte di amministrazioni statali, possono invece richiedere un totale di 105 giorni.
In merito alla disciplina del silenzio assenso, ricorda infine il dossier, l’articolo 17-bis della Legge 241/1990 stabilisce un termine di 90 giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell’amministrazione procedente.
Eventuali chiarimenti o modifiche potrebbero arrivare in fase di conversione in legge.
I commissari straordinari potranno assumere ogni determinazione ritenuta necessaria per l’avvio ovvero la prosecuzione dei lavori, anche sospesi e di stabilire le condizioni per l’effettiva realizzazione dei lavori.
Tra i compiti dei commissari spiccano la rielaborazione e l’approvazione dei progetti non ancora appaltati. Per portare a termine questi compiti si possono derogare alle norme del Codice Appalti e opereranno in raccordo con InvestItalia.
Ma quali saranno, con precisione, le opere urgenti da sbloccare? Il dossier ricorda che nell’allegato “Connettere l’Italia” al DEF 2017 sono stati inclusi programmi e interventi prioritari e bisogna chiarire “se la disposizione in esame operi in deroga alla disciplina vigente in materia di programmazione delle infrastrutture prioritarie, attribuendo al Presidente del Consiglio dei ministri la facoltà di ritenere prioritari interventi infrastrutturali non classificati come tali dagli attuali strumenti di programmazione”.
Delle novità contenute nel Decreto Sblocca Cantieri bisognerà tenere conto nella predisposizione del Rapporto annuale “Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione” per il 2019 che, secondo quanto affermato dalla Commissione Ambiente della Camera, dovrà essere ultimato entro il 31 ottobre 2019 con il contributo del Cresme e dell’Anac.