lunedì 23 Dicembre 2024
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La mappa delle strade più pericolose d’Italia: per auto, moto e pedoni

L’ACI traccia una mappa delle strade più pericolose d’Italia, per le quali s’imporrebbero lavori urgenti per la messa in sicurezza. Le più pericolose in assoluto solo la A24, il Raccordo di Reggio Calabria, la Tangenziale Nord di Milano.

Ma in città la circolazione non è più sicura (76 incidenti su 100 avvengono in territorio urbano), 18 sinistri avvengono sulle strade extraurbane, 6 in autostrada.

Per gli automobilisti le strade più pericolose d’Italia sono l’ingresso urbano della A24, il Raccordo di Reggio Calabria e la Tangenziale Nord di Milano, per le due ruote l’Aurelia, il Grande Raccordo Anulare e la SS 145 Sorrentina, mentre per i pedoni l’Aurelia, l’Adriatica e la Casilina.

La mappa del pericolo rosso è stata tracciata dall’Aci nello studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2018” che analizza i 37.228 incidenti (1.166 mortali), 1.344 decessi e 59.853 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale del Belpaese. Una mappa impietosa che racconta come 76 incidenti su 100 avvengono su strade urbane, 18 sulle extraurbane, 6 in autostrada.

Con un trend che preoccupa perché in autostrada è stabile il numero di incidenti ma aumenta il numero di morti (a causa dell’incidente del Ponte Morandi), mentre sulle strade extraurbane aumentano gli incidenti ma rimane sostanzialmente stabile il numero di morti (+4% e -0,7%), nei centri abitati diminuiscono sia incidenti che morti (-2,7% e -4,2%), soprattutto nei piccoli centri attraversati da strade extraurbane.

Ma l’analisi spiega anche che in autostrada i veicoli per il trasporto delle merci – autocarro (anche leggero), autotreno o autoarticolato – sono coinvolti nel 31% degli incidenti e che il giorno nero è il venerdì quando si verificano più incidenti (il 15,4%). Dalle 18 alle 20 le ore più critiche. E giugno e luglio i mesi con la maggiore incidentalità (rispettivamente il 9,9% e 10,4% del totale).

Molto interessante anche l’analisi di lungo periodo perché prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sono diminuiti del 19,4%, i morti del 18,2%. Rispetto al 2017, invece, gli incidenti sono aumentati dell’1,5% (554 in più) e i decessi diminuiti dell’1,6% (22 in meno). E ovviamente le autostrade urbane sono quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.

Infatti l’ingresso in città della A24 (12,9 inc/km), il Raccordo di Reggio Calabria (12,5 incidenti/km) e la Tangenziale Nord di Milano (nel tratto in provincia di Monza – 10,3 incidenti/km) sono le strade sulle quali si verificano più incidenti, mentre per la rete autostradale la media nazionale è di 1,3 incidenti/km. Un record terribile.

Va detto poi che per le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Monza e della Brianza (9,8 incidenti/km) e in provincia di Milano (7,6 incidenti/km) e alla SS131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (8,6 incidenti/km).

E veniamo agli anelli deboli della mobilità: “Sulle strade extraurbane – spiegano all’Aci – gli utenti vulnerabili rappresentano una quota assai elevata dei decessi, anche se in diminuzione rispetto allo scorso anno: il 31% (1 morto su 3) è ciclista, “dueruotista” o pedone.

Nel 20,6% dei casi è deceduto un motociclista (277), nel 10,2% un pedone (137) e nel 3% un ciclista (39). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 22,4%, i ciclisti il 17,8% e “dueruotisti” il 34,8%”.

Una riflessione a parte quindi spetta per chi viaggia su due ruote (biciclette comprese): sono coinvolti nel 22% degli incidenti stradali. Un numero invredibile in rapporto al basso chilometraggio coperto. E non è un caso che l’indice di mortalità delle due ruote (motocicli e biciclette) sia molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 3,6 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,3 delle auto.

E chi viaggia su due ruote deve stare attentissimo alla SS 001 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la SS 114 orientale Sicula in provincia di Messina.

Mentre per i pedoni occhio all’Aurelia, Adriatica, Casilina: qui c’è un numero particolarmente elevato di investimenti.

Qualche buona notizia? C’è, per fortuna. E arriva dalla SS 7 quater Domiziana, SS 69 di Val d’Arno, SS 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, SS 222 Chiantigiana, SS 229 del Lago d’Orta, SS 513 di Val d’Enza ed il Raccordo Tangenziale Nord Città di Bologna (Casalecchio-Aeroporto-San Lazzaro). Qui gli incidenti sono diminuiti rispetto allo scorso anno.

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