Investimenti nei più disparati settori che potrebbero rilanciare il settore dell’edilizia: ma sono tanti, tantissimi, i decreti attuativi che dovrenno regolamentare gli iter, ed è fortissimo il timore che ciò possa incidere – come del resto troppe volte è avvenuto in passato – sui tempi di realizzazione degli interventi.
L’attuazione del finanziamento a pioggia di tutti i comuni italiani con 2,5 miliardi di euro nel quinquennio 2020-2024 – di cui 500 milioni sul 2020 – per realizzare opere pubbliche (efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile) avviene attraverso un doppio passaggio.
I finanziamenti sono «attribuiti» agli enti locali entro il 31 gennaio 2020 con Dm del ministero dell’Interno cui deve seguire una comunicazione – entro il successivo 10 febbraio 2020 – dello stesso ministero a ciascun comune dell’importo spettante per ciascun anno. Gli enti locali sono vincolati all’apertura del cantiere entro il 15 settembre di ciascun anno in cui ha ricevuto il contributo. In caso di mancato rispetto dei termini scatta la revoca del contributo, entro il 31 ottobre, con Dm Interno.
Ancora. La dote di 8,65 miliardi per la rigenerazione urbana, prevista già su un arco temporale molto ampio (periodo 2021-2034 – quindi con zero risorse sul 2020) e che riguarda «investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale», subordina tutto ad un un Dpcm da emanarsi “di concerto con Mef e ministero dell’Interno”.
La prima scadenza attuativa è fissata al prossimo 31 gennaio 2020, entro cui definire e approvare in conferenza stato-città i criteri per assegnare le risorse e monitorare il programma. Più precisamente, il Dpcm dovrà definire: criteri e modalità di riparto (incluso l’utilizzo dei ribassi d’), modalità di monitoraggio dell’effettivo utilizzo delle risorse; modalità di recupero ed eventuale riassegnazione delle somme non utilizzate.
Gli importo di ciascun comune sono individuati con Dm Interno concerto Economia da adottare entro 30 giorni dopo la pubblicazione del Dpcm.
Ddl Bilancio. 2,5 miliardi ai Comuni per le opere pubbliche: ma non prima del decreto ministeriale
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