A distanza di un mese dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2020 si è aperto il rubinetto delle misure “spara fondi a pioggia” per stimolare la progettualità locale e aprire i micro e piccoli cantieri di opere pubbliche.
La “torta” dei primi 500 milioni prevista dai commi 29-37 dell’articolo 1 della legge 160/2019) è stata suddivisa in 7.904 “fettine” che variano tra i 50mila per i comuni fino a 5mila abitanti e i 250mila euro per le città metropolitane.
Più in dettaglio, il riparto dei fondi a livello nazionale è il seguente: 5.487 comuni fino a 5mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 50mila euro (per complessivi 274.350.000 euro); 1.185 comuni tra 5mila e 10mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 70mila euro (per complessivi 82.950.000 euro); 708 comuni tra 10mila e 20mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 90mila euro (per complessivi 63.720.000 euro); 379 comuni tra 20mila e 50mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 130mila euro (per complessivi 49.270.000 euro); 100 comuni tra 50mila e 100mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 170mila euro (per complessivi 17.000.000 euro); 33 comuni tra 100mila e 250mila abitanti hanno ricevuto ciascuno 210mila euro (per complessivi 6.930.000 euro); le 12 città metropolitane hanno ricevuto ciascuna 250mila euro (per complessivi 3 milioni di euro). In tutto il ministero dell’Interno ha trasferito agli enti locali 497.220.000 euro.
Il riparto è stato effettuato con il decreto dipartimentale del ministero dell’Interno dello scorso 14 gennaio. Le economie potranno essere riutilizzate per altri investimenti, ma restano vincolati fino al collaudo dell’opera.
Programmazione pluriennale degli enti locali
Con il successivo decreto del 30 gennaio scorso, emanato (come il precedente) dal capo del dipartimento Affari interni e territoriali del Viminale, si replica la medesima ripartizione per ciascun anno del quinquennio 2020-2024, con il dichiarato obiettivo di «agevolare ogni utile programmazione pluriennale delle opere da realizzare (…) con ciascuna annualità dal 2020 al 2024».
Pertanto, con questo secondo decreto il budget complessivo arriva a 2,5 miliardi circa nel periodo 2020-2024 con 500 milioni per ciascuna annualità.
Il decreto Interni del 30 gennaio 2020
Cantieri entro il 15 settembre
Gli interventi potranno riguardare l’«efficientamento energetico», sia in riferimento a immobili (residenziali e non), sia a illuminazione pubblica, sia all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
I fondi potranno essere utilizzati anche per interventi di «sviluppo territoriale sostenibile», categoria che include interventi di mobilità sostenibile, di adeguamento e messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e abbattimento di barriere architettoniche.
Sempre in base alla norma della legge di Bilancio il comune potrà finanziare anche più di un intervento, a condizione che nessuno di questi sia già integralmente finanziato da soggetti diversi dal Comune e che siano aggiuntivi rispetto a quelli da avviare nella prima annualità dei programmi triennali delle opere pubbliche.
I cantieri dovranno essere avviati entro il prossimo 15 settembre prossimo. L’apertura del cantiere consente all’ente locale di incassare il 50% del contributo mentre l’altra metà dei soldi arriverà solo a valle del collaudo (o del certificato di regolare esecuzione).
Se il comune ritarda nell’apertura del cantiere perde i soldi. Il contributo viene revocato anche in caso di «parziale utilizzo» dei contributi erogati in ciascun anno del quinquennio 2020-2024. Il definanziamento scatta il 15 ottobre di ciascun anno.
Ai piccoli comuni assegnati 22,5 milioni di euro
Il ministero dell’Interno – con apposito Dm – ha dato esecuzione a un’altra misura a favore degli enti locali, assegnando complessivamente 22,5 milioni di euro a 1.940 enti locali fino a mille abitanti.
Si tratta di una misura prevista dal decreto legge crescita n.34/2019 e più precisamente dall’articolo 14-ter inserito in fase di conversione del decreto legge a favore dei comuni fino a mille abitanti per consentire la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
In questo caso i comuni dovranno aprire i cantieri entro il 15 maggio, altrimenti perderanno il contributo. Si tratta comunque di micro-cantieri: ogni ente locale ha ricevuto infatti poco meno di 11.600 euro. Anche in questo caso, la prima metà dei soldi arriva dopo l’apertura del cantiere mentre l’altra metà segue il collaudo (o il certificato di regolare esecuzione).
(Articolo di Massimo Frontera pubblicato su Edilizia e Territorio)