venerdì 27 Dicembre 2024
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219 miliardi investiti in infrastrutture strategiche. Ma l’89% delle opere non è stato completato

I dati (aggiornati ad ottobre 2019) che emergono dal rapporto Cresme-Camera, “Infrastrutture strategiche e prioritarie 2020”, realizzato in collaborazione con l’Anac presentato a Montecitorio, evidenziano un quadro attuativo delle infrastrutture strategiche, estremamente preoccupante.
Partiamo dai costi: per le opere strategiche indicate come prioritarie e programmate dal governo, sono stati previsti investimenti per oltre 219 miliardi, distribuiti in 615 lotti nelle varie regioni d’Italia. Il rapporto analizza lo stato di attuazione e programmazione dei programmi infrastrutturali fino al 31 ottobre 2019.
Il costo complessivo delle opere strategiche – includendo sia quelle prioritarie, sia quelle non prioritarie – attualizzato al 31 ottobre scorso è pari a 273 miliardi di euro, di cui 219,006 miliardi di rappresenta il valore delle sole opere strategiche indicate come prioritarie.
Dall’analisi emerge che il 50% del valore riguarda interventi in fase di progettazione (283 lotti per quasi 109 miliardi), il 21% riguarda cantieri aperti con lavori in corso (149 lotti per 45,8 miliardi), l’11% riguarda opere ultimate (129 lotti per 24,1 miliardi), il 5,5% dei programmi e degli interventi prioritari riguarda lavori in gara o aggiudicati (22 lotti per 11,6 miliardi), il 4,5% del valore risulta contrattualizzato ma con lavori non ancora iniziati (per 9,94 miliardi) e, infine, l’8% riguarda lotti con contratto rescisso o con stato di avanzamento “misto” (opere costitute da più lotti con stato di avanzamento differente), per 18,5 miliardi di euro.
Rispetto al costo dei programmi e degli interventi prioritari, pari appunto a 219,006 miliardi, il rapporto evidenzia che «le disponibilità finanziarie ammontano complessivamente a circa 155,420 miliardi di euro con un fabbisogno residuo di circa 63,586 miliardi». Attualmente, quindi, le risorse disponibili coprono soltanto il 71% del costo. Le risorse disponibili, segnala inoltre il rapporto Cresme-Camera, sono arrivate negli ultimi anni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e dai fondi per il finanziamento degli investimenti della legge di bilancio 2017 (rifinanziato dalla legge di bilancio 2018) e dal fondo della legge di Bilancio 2019.
Tra le infrastrutture prioritarie il 48% del costo (pari a circa 105 miliardi) riguarda le ferrovie, il 34% strade e autostrade (per 74 miliardi), il 13% riguarda i “sistemi urbani” (per circa 28 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (circa 26 miliardi).
Inoltre, il 2% del costo riguarda gli aeroporti (circa 4 miliardi), l’1% riguarda porti e interporti (2,5 miliardi) e poi c’è il Mose di Venezia che con un costo di 5,5 miliardi circa rappresenta il 3% del costo totale.
Quanto alla distribuzione geografica, il 54% dei lotti prioritari è localizzato nelle regioni del centro-nord, per circa 51,5 miliardi, riguarda lavori ultimati (circa 13 miliardi), in corso di realizzazione (circa 29 miliardi) o con contratto sottoscritto (poco più di 9 miliardi).
Nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, la quota di lotti prioritari è del 47%, per circa 25,4 miliardi (circa 11 miliardi i lotti ultimati, 14 miliardi i lotti in corso e circa 500 milioni i lotti con contratto).

Scarica il Rapporto completo:

Il-rapporto-Cresme-Camera-sulle-opere-strategiche

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