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La “Fase 2” non si negozia con pochi eletti. FederCepi Costruzioni: ascolto per chi davvero fa impresa

Accogliamo con soddisfazione e piena condivisione il documento sottoscritto congiuntamente da Confartigianato, Casartigiani, CLAAI, CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confapi, Compagnia delle Opere, con cui si rivendica, da parte della Regione Campania, l’attivazione di tavoli di concertazione quanto più possibile aperti e condivisi per la pianificazione della cosiddetta “Fase 2” per la ripresa delle attività economiche e produttive.
È evidente che la decisione della Regione Campania di negoziare esclusivamente con Confindustria e con le organizzazioni sindacali dei lavoratori – vale a dire con una parte ampiamente minoritaria del sistema produttivo regionale – non può in alcun modo aiutare a definire le migliori e più condivise strategie.
È tempo di superare la logica dell’autorappresentatività, tanto più di quelle che soltanto nella storia – in qualche caso peraltro anche molto remota – mantengono una carica di apparente prestigio all’interno della categoria. Basterebbe un mero, anche superficiale, esame dei numeri e delle cifre per comprendere il reale “peso specifico” di una associazione, la sua vera e inconfutabile “carica rappresentativa”, la sua credibilità.
La Fase 2 impone una concertazione aperta con il “vero” sistema produttivo: con la base rappresentativa più ampia possibile di aziende, imprese, lavoratori, che oggi scontano sulla propria pelle enormi difficoltà e problemi legati ad una ripresa che non appare affatto semplice. Né tanto meno automatica.
Bene hanno fatto le suddette associazioni a denunciare che la riapertura dei cantieri non può e non deve essere negoziata dalla Regione Campania con la sola ANCE. Un pur sommario esame dei numeri, varrebbe a comprendere che la parte estremamente maggioritaria della categoria, non si riconosce oggi in un sistema che continua a privilegiare poche e grandi realtà. Il sistema produttivo locale è caratterizzato da PMI, che preferiscono riconoscersi in altre associazioni (o addirittura prescindere da ogni rappresentanza). Ben farebbe la Regione prima, ed il Governo poi, ad acclarare la reale rappresentatività dei propri interlocutori, prima di avviare tavoli di confronto e concertazione.
Sarebbe deleterio trattare con chi rappresenta se stesso o poco più. Con chi rappresenta una parte ampiamente minoritaria del sistema produttivo.
È giusto quindi che la Regione Campania prima – ed il Governo poi – negozino con TUTTE le associazioni di categoria, le possibili strategie di riapertura.
Non con chi rappresenta l’8% di un comparto (ed in qualche caso anche meno).
Ribadiamo e confermiamo con forza la necessità di tavoli aperti a tutte le rappresentanze, affinché la Fase 2 trovi il sostegno e la condivisione di tutto il sistema produttivo, e non soltanto di pochi “eletti”.
Salerno, 20 aprile 2020

Il presidente
Antonio Lombardi

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