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Deroghe nella fase di emergenza, con uno shock economico, soprattutto per le infrastrutture, e procedure snelle, senza trascurare i controlli. È la ricetta del pacchetto di semplificazioni che il Governo si appresta a varare e che impatterà sul Codice Appalti e sul sistema delle autorizzazioni.
Le linee guida del nuovo corso sono emerse durante alcuni interventi degli esponenti dell’Esecutivo.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento prima alla Camera e poi in Senato, ha annunciato che il Governo sta lavorando “a un nuovo decreto legge dedicato alla semplificazione amministrativa, con molti elementi di novità per fornire uno shock economico senza precedenti, soprattutto per il settore delle infrastrutture”.
Il decreto conterrà un elenco di opere considerate strategiche di grandi e medie dimensioni, per le quali saranno concessi poteri derogatori rispetto al normale iter di approvazione, messa in gara e realizzazione delle opere. Lo snellimento delle procedure ha come obiettivo “la semplificazione della macchina burocratica, un’architettura che, a causa delle sue eccessive complessità, ha rallentato oltre misura l’arrivo a destinazione delle risorse pubbliche. Conte ha però assicurato che non farà venir meno i controlli e la trasparenza.
Parallelamente, Conte ha prospettato la rivoluzione culturale della Pubblica Amministrazione. Pur in un’ottica di rigore e di trasparenza, i funzionari pubblici saranno incentivati a sbloccare le opere e gli appalti pubblici, evitando che sul loro operato gravi un’eccessiva incertezza giuridica e regolamentare.
Per il settore pubblico, Conte ha annunciato un investimento nel capitale umano, “potenziando le strutture tecniche delle amministrazioni, la loro capacità progettuale, riducendo gli adempimenti, ma migliorando i servizi al cittadino, rafforzando la cultura dei dati, della digitalizzazione dei processi”.
Queste novità normative sono state annunciate già dal mese di aprile dal viceministro alla Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, che ha prospettato l’ipotesi di procedure negoziate per le opere immediatamente cantierabili e Commissari per le opere già previste dai contratti di programma di ANAS e RFI, che ammontano a 109 miliardi di euro.
Nel suo intervento, Conte ha spiegato anche le potenzialità dei nuovi superbonus 110%, pensati per mettere in moto i cantieri privati. Per questo, il Presidente del Consiglio ha invitato il sistema bancario “a fare di più, ad erogare prestiti coperti dalla garanzia pubblica, ad assicurare liquidità in tempi più rapidi”.
Durante un confronto in diretta Facebook, organizzato dall’associazione “Merita Meridione Italia”, la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha fatto il punto della situazione sulle misure necessarie per la ripartenza. Secondo la Ministra De Micheli, la semplificazione del Codice Appalti, da sola, non è sufficiente a far ripartire i cantieri. Perché ciò avvenga, nel minore tempo possibile, a suo avviso sarebbe necessaria la riforma del Testo unico dell’edilizia e delle norme urbanistiche. Senza un intervento del genere, ha spiegato, “nessuna norma come ecobonus e sismabonus potrà esprimere i propri effetti”. Per fare un esempio, la Ministra ha sottolineato che la scadenza dei superbonus al 110% è stata fissata al 31 dicembre 2021, ma che per ottenere un permesso di costruire per una demolizione e ricostruzione sono necessari 2 anni.
Oltre a questi aspetti, la Ministra ha sottolineato che mancano i progetti delle opere pubbliche. Problema risolvibile solo migliorando la qualità e le competenze delle Pubbliche Amministrazioni. Attualmente, ha riportato la Ministra, ci sono casi di Amministrazioni in cui, nonostante l’alto numero di dipendenti, è necessario bandire gare per affidare la progettazione all’esterno, dal momento che non possiedono le competenze all’interno.
Ad ogni modo, già la scorsa settimana, la Ministra ha reso noto che le misure per la semplificazione “sono state sostanzialmente definite” e andranno in Gazzetta entro il mese di maggio.
Modifiche permanenti o deroghe temporanee che, quando arriveranno, potrebbero rendere già vecchio il regolamento attuativo del Codice Appalti. La nuova bozza, diffusa nei giorni scorsi, contiene una serie di novità, come l’inserimento delle norme – non presenti nelle prime bozze – che disciplinano l’utilizzo del BIM, nel rispetto del DM 560/2017.
L’appalto integrato, secondo la bozza del regolamento, sarà consentito solo per project financing, contratti di disponibilità, leasing immobiliare, urbanizzazioni e calamità naturali. Su questo tema le imprese hanno chiesto sempre maggiore liberalizzazione, scontrandosi con quanti invece sostengono che sarebbe un rischio per la qualità della progettazione.
La nuova bozza conferma anche il principio di rotazione, ma fa salire da 1000 a 5mila euro la soglia al di sotto della quale sono previste deroghe al divieto di invito al contraente uscente.