Il Superbonus fiscale del 110% per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica potrebbe scontrarsi con la mancanza di liquidità dei contribuenti. Per evitarlo, il Decreto Rilancio, oltre ad introdurre la detrazione maggiorata, ha previsto il meccanismo dello “sconto in fattura”.
Il funzionamento dello sconto in fattura, insieme a quello della cessione del credito, sarà definito con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, ma nel frattempo è possibile anticipare qualche ipotesi.
Il Decreto Rilancio prevede che, in alternativa alla detrazione fiscale vera e propria, il contribuente possa optare per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto fino ad un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi il potrà recuperarlo sotto forma di credito di imposta cedibile successivamente ad altri soggetti, comprese banche e altri intermediari finanziari.
Il contribuente può anche trasformare la detrazione in credito di imposta e utilizzarlo in compensazione, ad esempio per il pagamento di imposte e contributi previdenziali, oppure cederlo ad altri soggetti, comprese le banche. Si può usufruire del credito di imposta con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non può essere usufruita degli anni successivi e non può essere richiesta a rimborso.
Alessio Villarosa, Portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati e Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha spiegato, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, che le banche avranno un ruolo dinamico per non pesare sulle imprese che effettuano i lavori.
Il tutto dovrebbe svolgersi online. Il contribuente, una volta ottenuto il preventivo per i lavori di riqualificazione che intende effettuare, dovrebbe acquisire l’asseverazione sul rispetto dei requisiti che danno diritto al Superbonus e sulla congruità delle spese.
Il contribuente dovrebbe poi inviare queste informazioni all’impresa edile, che a sua volta le girerebbe alla banca, la quale erogherebbe il denaro all’impresa che effettua i lavori in cambio del credito di imposta spettante all’impresa e da questa ceduto alla banca.
In questo modo si risolverebbe il problema delle piccole imprese, che non potendo anticipare ai clienti il costo dei lavori, hanno sempre guardato con sospetto lo sconto in fattura.
Per queste operazioni, si utilizzerà probabilmente la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate in uso per la cessione del credito, che potrebbe essere implementata con ulteriori funzioni.
Il sistema prevede che la prima erogazione di liquidità dalle banche alle imprese avvenga ad uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 30%.
Una delle preoccupazioni delle imprese è che, a fronte di uno sconto pari al 100% del costo dei lavori, la banca riconosca una percentuale minore. Si tratta di un’eventualità da correggere, su cui il Sottosegretario ha affermato di essere al lavoro e di aver avviato il confronto con il sistema bancario.
Lo sconto in fattura, così come prospettato dal Governo, ha una duplice convenienza. Da una parte i contribuenti possono realizzare interventi di riqualificazione a costo zero. Dall’altra le imprese anticipano il 100% del costo dei lavori, ma ottengono un credito di imposta pari al 110%.
Per avere maggiore certezza sul funzionamento dello sconto in fattura, bisogna ora attendere la conversione in legge del Decreto Rilancio e l’approvazione del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. La deadline fissata dalla norma è il 18 agosto, ma gli operatori sperano che qualcosa si muova prima.