“Prorogare il Superbonus 110% fino al 2023 per dare certezze al Paese e programmare un capillare intervento di recupero, messa in sicurezza e riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare”. È quanto sottolineato ieri dal presidente Antonio Lombardi, a margine del secondo digital debate organizzato da FederCepi Costruzioni ed a cui hanno preso parte l’On. Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati; Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia; Giuseppe Bica, presidente Anammi, Associazione Nazional-europea Amministratori d’Immobili. Il confronto online, trasmesso sul portale e sui canali social di FederCepi Costruzioni, è stato moderato da Andrea Pancani, vicedirettore del Tg La7.
Il presidente Lombardi: vogliamo certezze. La burocrazia dei Comuni frena le ristrutturazioni
“Vogliamo certezze – ha aggiunto ancora il presidente Lombardi – e una programmazione seria, di lungo periodo. I dati ENEA aggiornati al 23 aprile scorso attestano che sono state presentate 7000 domande per il Superbonus, con investimenti complessivi per oltre 800 milioni di euro. Appena l’8% delle pratiche però, poco più di 500, riguardano i condomini per lavori che peraltro non sono ancora partiti. I Comuni, in attesa della CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), continuano ad impiegare tempi biblici, anche 4 mesi, per le autorizzazioni di propria competenza. Bisogna semplificare e sburocratizzare: condividiamo in pieno l’appello dell’Antitrust per un blocco del Codice degli appalti”.
Il presidente di FederCepi Costruzioni ha rimarcato l’enorme valenza strategica del Superbonus per un comparto, quale quello dell’edilizia, in grado di generare 17.000 posti di lavoro per ogni miliardo investito, e di acquistare e attivare forniture praticamente da quasi tutti i settori economici (l’edilizia acquista beni e servizi dall’88% degli altri settori economici. 31 settori su 36 sono fornitori delle costruzioni).
Il presidente di FederCepi Costruzioni: con 300 miliardi disponibili non se ne trovano 10 per il Superbonus?
“Abbiamo 12 milioni e mezzo di fabbricati – ha detto ancora Lombardi – l’83% dei quali costruiti tra i 30 e i 40 anni fa, e quasi sicuramente non manutenuti negli anni. Il 40% degli edifici è in classe energetica G, la peggiore, la più energivora, ed il 25% nella classe F. Il Superbonus è una straordinaria occasione per la messa in sicurezza degli edifici e per l’efficientamento energetico. È incredibile che non si riescano a trovare le risorse per finanziarlo: eppure i dati confermano che queste misure fiscali sono in attivo per lo Stato. Dal 1998 al 2020, prima quindi del Superbonus, gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni ammontavano a 346 miliardi di euro: lo Stato ha chiuso in utile per 27 miliardi, calcolando tra i benefici anche quelli conseguenti al miglioramento dei servizi e della sicurezza, e alla crescita dell’occupazione”.
“Oggi abbiamo disponibilità per circa 300 miliardi: 221 dal PNRR, 50 dai Fondi per la Coesione e una trentina dai fondi europei per le aree obiettivo 1 della programmazione 2007-2013. Possibile che non si trovino 10 miliardi per finanziare il Superbonus 110% fino al 2023?”.
L’On. Rotta: Proroga condivisibile, si valuterà nella prossima Legge di bilancio. Ma controlli sulle speculazioni
L’On. Alessia Riotta ha annunciato significative novità. “Il Superbonus 110% – ha ammesso – incontra purtroppo delle resistenze in Europa. Gli attuali orientamenti sono per la riconferma dell’agevolazione fiscale per tutto il 2022, ma nella Legge di bilancio 2022 è possibile che si preveda un’estensione al 2023, tenendo però conto dei dati 2021”. L’onorevole ha inoltre denunciato speculazioni su cui saranno attivati controlli: “Registriamo aumenti ingiustificati dei materiali – ha detto – per cui vigileremo: per il cittadino ovviamente cambia poco o niente, potendo fruire di una agevolazione del 110%: ma è importante verificare che non vi siano speculazioni su questi rincari”.
Zambrano: il Superbonus conviene allo Stato e salva vite umane. Perché tergiversare?
“Non ha senso guardare al Superbonus solo in termini di risparmio sull’immediato – ha detto Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri – perché parliamo dello strumento di un processo che deve avere uno spazio di operatività di 20 o trent’anni. Non ha senso la mera contabilizzazione fiscale: basti pensare che farebbe risparmiare quei 4-5 miliardi che ogni anno sistematicamente si spendono per rimediare ai danni strutturali provocati dai terremoti, tralasciando il costo in termini di vite umane. Di fronte ad una misura che salva vite umane e rilancia l’economia, non vi è ragione alcuna per tergiversare. Bisogna superare barriere e pregiudizi: lo Stato, com’è ormai ampiamente dimostrato, da questa tipologia di incentivi ci guadagna”.
Spaziani Testa: troppi vincoli, troppe limitazioni e interpretazioni troppo restrittive dell’Agenzia delle Entrate
“Le limitazioni e le complessità burocratiche sono ancora tante – ha aggiunto Spaziani Testa, presidente di Confedilizia – ed occorre risolvere i problemi legati ai piccoli abusi edilizi che oggi ricadono sulla collettività dei condomini, precludendo la possibilità di accedere al Superbonus. L’ostruzionismo del nord Europa? Loro non hanno i nostri borghi e i nostri centri storici: l’Italia deve far valere le sue ragioni perché ha la necessità di mantenere in sicurezza e preservare il proprio patrimonio immobiliare”.
Spaziani Testa ha inoltre chiesto di frenare la discrezionalità interpretativa dell’Agenzia delle Entrate “che ha ad esempio limitato lo strumento ai solo immobili con destinazione residenziale: limitazione che non trova riscontro alcuno nella Legge”, di includere nelle spese ammissibili “anche gli oneri per i professionisti e gli amministratori di condominio”, e di estendere la normativa anche alle società proprietarie di immobili “oggi incomprensibilmente escluse”.
Bica: Proroga necessaria, primo anno trascorso a vuoto a causa delle restrizioni per il Covid
Giuseppe Bica, presidente di Anammi, Associazione Nazional-europea Amministratori d’Immobili, ha infine evidenziato come lo strumento sia stato pesantemente condizionato dall’emergenza Covid, a causa dell’impossibilità a svolgere assemblee condominiali. “Anche per questa ragione – ha detto – essendo il primo anno trascorso praticamente a vuoto, bisogna allungare il termine almeno fino al 2023. E rivedere le preclusioni per i piccoli abusi: bisogna fare in modo che, ove sussistono, le ripercussioni ricadano su chi l’ha compiuto e non su tutto il condominio”.
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