Il recente monitoraggio effettuato dall’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Giustizia relativamente all’impiego delle risorse del Fondo per il finanziamento degli interventi e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, capitolo edilizia giudiziaria, di cui alla Legge di Bilancio 2017 (L. 11/12/2016 n. 232, comma 140); Legge di Bilancio 2018 (L. 27/12/2017 n. 205, comma 1072); Legge di Bilancio 2019 (L. 30/12/2018 n. 145, comma 95); e Legge di Bilancio 2020 (L. 27/12/2019 n. 160, comma 14, evidenzia un quadro attuativo degli interventi (programmati per le annualità 2017-2032) estremamente allarmante e ritardi gravissimi finanche sui primi interventi programmati per le annualità 2017-2019.
“Di questi investimenti programmati, per complessivi € 768.904.660 – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – sono stati materialmente pagati appena 3.000 euro, ed impegnati poco meno di 824 mila euro. Questo in un contesto, quale appunto quello infrastrutturale giudiziario, di estrema valenza strategica per lo sviluppo del paese e la garanzia dei diritti di cittadini e imprese”.
“Il dato più sconcertante – aggiunge ancora il presidente Lombardi – è che 80 milioni degli investimenti preventivati e finanziati, avrebbero dovuto completarsi entro la fine del 2023. Si tratta di quelli previsti dalla Finanziaria 2017. Sono rimasti tutti sulla carta, andandosi ad assommare agli ulteriori interventi, preventivati e finanziati con le successive Leggi di Bilancio, per i quali pure già si registrano situazioni di totale stallo. Tutto è rimasto lettera morta, per la lungaggine delle procedure e la complessità degli iter amministrativi e burocratici”.
“E’ l’ennesima riprova – aggiunge ancora il presidente di Federcepicostruzioni – come nella spesa pubblica e nella realizzazione degli investimenti si continui a procedere tra lungaggini, ritardi, inadempienze: occorre metter mano ad un serio, incisivo ed efficace programma di semplificazione e modernizzazione del Paese onde evitare che si continuino a redigere libri dei sogni e manuali delle belle intenzioni, destinati a rimanere sulla carta o nei cassetti. Oppure, nella migliore delle ipotesi, ad essere concretizzati in tempi attuativi fuori da ogni logica. Un lusso che il nostro Paese non può permettersi, ancor più alla vigilia di un programma di rilancio e riqualificazione, il Pnrr, che per tante aree del Paese rappresenta quasi un’ultima opportunità”.