lunedì 23 Dicembre 2024
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Il decalogo Federcepicostruzioni per i futuri Sindaci

L’approssimarsi del voto per le elezioni amministrative impone una seria assunzione di responsabilità per quanti andranno a rivestire la carica di Sindaco, soprattutto (ma non solo) nelle grandi città. Abbiamo troppo spesso – ancora una volta, com’è ormai triste consuetudine – sentito parlare di grandi e grandissimi progetti, evocare idee dalla straordinaria suggestione, ma purtroppo avulsi dalla realtà, totalmente slegati dai contesti economici, sociali e produttivi delle città: e soprattutto irrealizzabili ed irrealistici negli attuali contesti (anche normativi e procedurali).

Per queste motivazioni Federcepicostruzioni ha ritenuto di predisporre un “decalogo” per i futuri primi cittadini, di fondamentale importanza per il rilancio dell’economia e la riqualificazione delle città. Obiettivi non tutti strettamente legati alle funzioni e alle competenze delle amministrazioni comunali, ma sui quali i sindaci medesimi possono (e devono) impegnarsi nelle sedi opportune, per non vedere sviliti le proprie funzioni e il proprio ruolo.

Il presidente

Antonio Lombardi

 

  1. BUROCRAZIA

Qualunque progettazione innovativa è destinata a rimanere sulla carta – a prescindere delle reali volontà e capacità dei candidati a Sindaco – se non si mette mano ad un serio, organico e strutturato programma di semplificazione ed efficientamento della macchina amministrativa. Si semplifichino prioritariamente gli iter, si riducano i passaggi, si evitino dannosi “passaggi di carte” onerosi per le imprese e la collettività, dannosissimi per lo sviluppo. Si avvii un serio programma di digitalizzazione per agevolare l’interazione tra enti ed istituzioni preposte. Siano gli enti a dialogare tra loro, e non imprese e cittadini con i singoli uffici.

  1. PNRR

Le amministrazioni locali saranno protagoniste nell’utilizzo delle risorse del PNRR: ma buona parte di esse non è attrezzata – sia dal punto di vista strutturale che professionale – per un sollecito ed efficace utilizzo di queste opportunità. I Sindaci quindi, quando e dove possono, attrezzino gli uffici competenti e, dove questo è difficoltoso, si aprano al territorio coinvolgendo associazioni, professionisti, enti datoriali in grado di supportare la macchina amministrativa, affinché non si perda – e si sfrutti anzi al meglio – questa straordinaria opportunità.

  1. SUPERBONUS E SCONTI FISCALI

Il Superbonus 110% è una grande opportunità anche per le amministrazioni locali, per spingere verso la riqualificazione dei quartieri: si incentivi ulteriormente questo strumento, prevedendo esenzioni o sconti sulle imposte comunali per i condomini che avviano progetti di riqualificazione, ristrutturazione, messa in sicurezza.

  1. MANUTENZIONE DEL TERRITORIO E VIVIBILITA’

Prima di progettare il nuovo, si tuteli, si conservi e si valorizzi l’esistente: i Sindaci avviino come primo atto amministrativo, un programma straordinario di manutenzione di strade, marciapiedi, parchi urbani, spazi pubblici. Una città più bella è una città più vivibile e più “appetibile” da tutti i punti di vista. Non può esistere progettualità alcuna per una città non bella a vedersi, non comoda da vivere.

  1. CENTRI STORICI

Riportiamo la vita nei centri storici e facciamone cuore pulsante della città. Si parta dai centri storici per il recupero urbano: gli strumenti per sostenere progetti di riqualificazione da parte dei privati, esistono già. Vanno integrati con programmi di manutenzione/recupero degli spazi pubblici, e progetti di riqualificazione che determinino i contesti migliori per attrarre investimenti: nella ricettività, nella ristorazione, nella creazione di spazi pubblici, punti di ritrovo e socializzazione.

  1. URBANISTICA

Le città devono tornare a regolamentare con serietà, tempismo, realismo il proprio sviluppo urbanistico: occorre superare le rigidità (e la tempistica procedurale) dei vecchi Puc, non più al passo con i tempi. Occorre guardare al futuro e rendere le pianificazioni urbanistiche flessibili, in grado di accompagnare e seguire le evoluzioni dei tempi e delle società. Nulla di avveniristico o futuristico: a Milano accade già. Facciamo dei Puc una molla per lo sviluppo, e non una gabbia.

  1. PISTE CICLABILI E MOBILITA’ SOSTENIBILE

Vivere le città vuol dire anche (e soprattutto) liberarle dal caos, dal traffico, dall’inquinamento. Si creino, ovunque possibili, piste ciclabili; si favorisca il trasporto pubblico; si investa (seriamente) su metropolitane e trasporto su rotaia, recuperando e riqualificando le vecchie stazioni. Si integrino con intelligenza ed oculatezza, tutte le modalità di trasporto e collegamento.

  1. MESSA IN SICUREZZA DI SCUOLE ED EDIFICI PUBBLICI

La sicurezza sismica in scuole, uffici pubblici, ospedali – ma anche il contenimento del consumo energetico – devono diventare reali priorità: si avvii un programma di efficientamento energetico e di messa in sicurezza di tutte le strutture comunali, dismettendo e “rottamando” gli edifici più vetusti, inidonei e insicuri, e realizzandone di nuove in condizioni di massima sicurezza e garanzia.

Si favoriscano “cittadelle scolastiche” che ospitino edifici idonei non solo per le lezioni, ma anche per il ritrovo, lo svago, la socializzazione in orari extrascolastici. 

  1. MESSA IN SICUREZZA DEI BENI CULTURALI

Molti dei nostri monumenti sono a rischio sismico o insistono in aree ad elevato pericolo idrogeologico: è di fondamentale importanza preservare, proteggere e mettere in sicurezza le nostre ricchezze e il nostro patrimonio storico, artistico, e culturale, primo e vero “petrolio” soprattutto per il Mezzogiorno.

  1. POLITICHE D’AREA VASTA

Si superino stupidi egoismi e particolarismi: si aprano le città ai territori circostanti e si avvii una pianificazione di più ampia scala che agevoli contatti fisici, culturali e sociali con i territori limitrofi. Il tempo delle “città compatte” è finito e superato.

Le vere città europee, oggi, sono quelle che si aprono ai territori limitrofi e al mondo circostante.

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