Il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, annuncia una accelerazione sulla riforma del Codice Appalti, che insieme alla delega fiscale e alle norme sulla concorrenza costituiscono, secondo il Governo, il blocco dei provvedimenti principali per l’attuazione del Recovery Plan.
Lo ha detto la scorsa settimana durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.
Una volta approvata la legge delega, il Governo dovrà approvare il decreto legislativo delegato, cioè il Codice Appalti vero e proprio. Draghi ha chiesto il sostegno del Consiglio di Stato e l’invito è stato accolto dal neopresidente Franco Frattini durante la presentazione della “Relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa”.
Il disegno di legge delega, contenente i princìpi cardine su cui si fonderà il nuovo Codice Appalti, al momento è fermo in Commissione Lavori Pubblici del Senato.
Secondo fonti parlamentari, i lavori potrebbero ripartire spediti per giungere all’approvazione del testo in Commissione entro la fine di questa o della prossima settimana.
Del resto, come emerge dalla prima relazione del governo al Parlamento in materia di PNRR, il ddl delega dovrebbe essere approvato definitivamente entro la fine di giugno, mentre entro marzo 2023 dovrebbero entrare in vigore i relativi decreti legislativi, tra cui il Codice Appalti.
L’obiettivo del nuovo Codice è quello di superare i limiti presenti nell’attuale normativa sui contratti pubblici. Limiti che sono stati concepiti per tutelare la legalità e la qualità della progettazione, ma che vengono continuamente derogati per esigenze di velocizzazione e semplificazione.
Seguendo le richieste dell’Unione Europea, il subappalto dovrebbe essere completamente liberalizzato.
L’appalto integrato potrebbe diventare una modalità di affidamento ordinaria. La scelta, che dovrebbe essere motivata dalla stazione appaltante, potrebbe essere applicata a tutte le gare. Sulla stessa scia, il ddl sdogana l’utilizzo del massimo ribasso e le stazioni appaltanti potrebbero avere più libertà nella scelta del criterio di affidamento
Potrebbero inoltre essere ridotti i livelli di progettazione snellite le procedure di verifica e validazione dei progetti, agendo anche sulle norme che regolano il dibattito pubblico.
I magistrati amministrativi contribuiranno alla stesura del Codice Appalti. L’obiettivo del Governo, accolto dal neopresidente del CdS Frattini, è arrivare a codici organici che evitino il gold plating, cioè l’introduzione di norme più severe rispetto alle indicazioni fissate dall’Unione Europea.
Il nuovo codice dovrà essere facilmente interpretabile e applicabile, in modo da evitare contenziosi e consentire la realizzazione, senza intoppi, delle opere finanziate dal PNRR.
Il processo di semplificazione ed efficientamento dell’amministrazione passerà anche attraverso la riduzione del numero delle stazioni appaltanti e la loro responsabilizzazione e riqualificazione.
PNRR, l’annuncio di Draghi: il Governo accelera sulla riforma del Codice degli Appalti
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