Nuove possibili modifiche all’orizzonte per quel che riguarda il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi, con le opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) di cui all’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Se ne sta parlando all’interno del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 21/2022 (Decreto Energia) che con ogni probabilità rappresenterà il tanto atteso intervento post Documento di Economia e Finanza (DEF) 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri n. 71 del 6 aprile 2022.
La possibilità è stata avanzata in Commissione Finanze a margine della richiesta di prorogare la data del 30 giugno 2022 per dimostrare il 30% del SAL necessario all’estensione dei tempi per le costruzioni unifamiliari: il sottosegretario al MEF Federico Freni ha confermato che se ne sarebbe riparlato nel primo provvedimento utile dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza (DEF) 2022.
Oltre che di proroga (che potrebbe servire a poco se non riparte il sistema della cessione del credito), è stata avanzata l’ipotesi di una quarta cessione del credito fiscale acquisito dalle banche a tutte le imprese, fermo restando che le banche siano responsabili in solido dei crediti. Soluzione che secondo il padre fondatore del Superbonus 110%, Riccardo Fraccaro, sarebbe solo una “presa in giro per i cittadini e le imprese che continueranno ad avere le stesse difficoltà in quanto, come è prevedibile, nessun istituto acquisterà del credito assumendosene la responsabilità. Questa soluzione va immediatamente modificata togliendo la responsabilità in solido per la quarta cessione”.
Allo stato attuale, il sistema previsto all’art. 121, comma 1 del Decreto Rilancio prevede due possibilità alternative alla detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi:
- lo sconto in fattura da parte di imprese e professionisti, con possibilità di prima cessione libera più altre due riservate però al sistema bancario;
- la cessione del credito, con le stesse modalità dello sconto e quindi prima cessione libera e altre due al sistema bancario.
Allo studio ci sarebbe una ulteriore cessione al sistema bancario mantenendo la responsabilità in solido da parte degli istituti bancari acquirenti a cui residuerebbe il rischio dell’acquisto.
Ma mentre in politica ancora di discute di queste diverse opzioni, imprese di costruzione e liberi professionisti impegnati nei cantieri, dopo aver preso impegni e firmato contratti che prevedevano lo sconto in fattura, non riescono a cedere il credito fiscale.