mercoledì 4 Dicembre 2024
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Piccoli comuni, arriva il Piano Nazionale per la riqualificazione

Si avvicina l’attuazione del Piano Nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni: è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM del 16 maggio 2022 che contiene i criteri che saranno utilizzati per selezionare i progetti che i comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti saranno chiamati a presentare.

Il piano prevede una serie di obiettivi, come la manutenzione del territorio, la riduzione del rischio idrogeologico, la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli edifici pubblici, con particolare riferimento alle scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, la riqualificazione degli edifici abbandonati, l’acquisizione di case cantoniere e il recupero dei centri storici e dei beni culturali.

Il Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni è nato con la Legge “Realacci”, che ha istituito il Fondo da 160 milioni di euro per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei comuni fino a 5mila abitanti. La legge ha avuto una lunga gestazione.

La discussione è iniziata nel 2014, su iniziativa dell’allora deputato PD, Ermete Realacci, ma la norma ha visto la luce nel 2017. Il Fondo era partito con una dotazione di 100 milioni di euro, che è poi aumentata a 160 milioni di euro.
La Legge “Realacci” prevedeva la predisposizione del Piano nazionale entro 180 giorni. Solo così il Fondo sarebbe diventato operativo. La misura, però, ha accumulato ulteriori ritardi. Tre anni dopo, nel 2020, il Ministero dell’Interno ha individuato le tipologie dei comuni che possono beneficiare di finanziamenti.
Dopo un altro anno, a settembre 2021, il Governo ha stilato l’elenco dei 5.518 piccoli comuni beneficiari dei finanziamenti. A dicembre 2021, la Conferenza Unificata ha dato l’ok al Piano nazionale, raccomandando tempi brevi per espletare i successivi passaggi.
A maggio 2022 sono stati definiti i criteri per la selezione dei progetti, ma la misura deve ancora entrare nel vivo, con le richieste degli enti, l’avvio delle gare e la realizzazione dei lavori.

La nota metodologica allegata al DPCM fornisce, per ogni tipologia di intervento, una tabella con i punteggi da assegnare a diversi fattori di valutazione. In generale, ai tempi per la realizzazione delle opere è attribuita una quota maggiore di punteggio.

Punteggi elevati sono riconosciuti anche alla capacità di coinvolgimento degli investimenti privati e al miglioramento della dotazione infrastrutturale secondo criteri di sostenibilità ambientale e l’applicazione di protocolli internazionali di qualità ambientale.
Affinché il Piano nazionale entri nel vivo, sono però necessari ulteriori passaggi. La Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicherà, entro il 17 ottobre prossimo (vale a dire entro 90 giorni dalla pubblicazione del Piano in Gazzetta Ufficiale) i bandi per la presentazione dei progetti. In questa fase saranno molto probabilmente definite le tempistiche entro cui i piccoli comuni devono bandire le gare e affidare i lavori di riqualificazione.
Le richieste dovranno essere presentate dai Comuni beneficiari, individuati nel 2021, ma questa lista sarà aggiornata ogni tre anni. Ogni Comune potrà presentare un solo progetto contenente interventi per i quali sia stata valutata la fattibilità tecnica ed economica. La Presidenza del Consiglio dei Ministri valuterà i progetti sulla base dei criteri appena pubblicati.

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