Nel 2022 sono state appaltate opere pubbliche per 83,3 miliardi di euro (di cui circa metà relative ad opere del Pnrr-Pnc), contro i 38,3 miliardi in gara nel 2021 (di cui il 14,8% di opere Pnrr-Pnc). In termini percentuali l’incremento in un anno dei bandi è stato del 117,7%.
Un forte aumento anche per le aggiudicazioni, che sono passate dai 48,1 miliardi (di cui l’8,8% di opere Pnrr-Pnc) aggiudicati nel 2021 ai 56,5 miliardi aggiudicati nel 2022 (di cui 34,2% di opere Pnrr-Pnc), pari a un incremento del 17,4%.
Nel rapporto intermedio sulle “Infrastrutture strategiche e prioritarie” realizzato dal servizio studi della Camera in collaborazione con il Cresme e l’Anac si legge «Negli ultimi 2 anni sono stati aggiudicati lavori per oltre 100 miliardi». In un anno si è anche notevolmente ridotto il tempo che passa tra il bando e l’aggiudicazione. In particolare per le opere Pnrr-Pnc, si è passati da circa un anno e 6 mesi a meno di quattro mesi.
Il rapporto rileva che il costo delle infrastrutture prioritarie della programmazione Pnrr-Pnc aggiornato al 31 dicembre 2022 ammonta a 132,5 miliardi di euro, in aumento di circa 7,2 miliardi rispetto alla precedente rilevazione aggiornata al 31 maggio 2022 che individuava una spesa di oltre 125 miliardi.
Un focus del rapporto è riferito all’appalto integrato per le modalità di affidamento dove nel 2022 sono state autorizzate 125 procedure dei lavori per la realizzazione di infrastrutture prioritarie della programmazione Pnrr-Pnc per un ammontare complessivo di oltre 17,7 miliardi dove il 94% degli importi, pari a 16,6 miliardi è affidato con appalto integrato.
Le restanti quote del 6% del valore in gara, 1,1 miliardi, è affidato con appalti di sola esecuzione lavori. Sul totale di 88 bandi con appalto integrato, 60 sono posti a base di gara con il progetto definitivo approvato dalla stazione appaltante. Per i restanti 27 appalti integrati per circa 3 miliardi, sono posti a base di gara con il progetto di fattibilità tecnico-economica.