Lo split payment, il meccanismo in base al quale chi emette fattura nei confronti della Pubblica Amministrazione non incassa l’Iva, che viene versata direttamente all’Erario, viaggia verso una proroga.
Introdotto dalla Legge di Stabilità del 2015 con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale, è stato soggetto diverse proroghe. L’ultima è stata annunciata nei giorni scorsi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze suscitando ancora proteste da parte dei costruttori.
Lo split payment infatti deve essere autorizzato dall’Unione Europea in quanto costituisce una deroga alla Direttiva “Iva” 2006/112/CE: lo split payment in Italia è consentito fino al 30 giugno 2023, ma il Mef ha affermato che, in vista dell’attuazione della riforma fiscale, in cui è prevista una revisione organica del sistema, è in arrivo il rinnovo dell’autorizzazione dell’UE ad applicare lo split payment.
La proroga dell’applicazione dello split payment pesa non poco sulle imprese di costruzioni, costrette a pagare l’IVA sui materiali ma non poterla compensare con i pagamenti ricevuti dalla Pubblica Amministrazione, con un conseguente aggravio e gravi problemi di liquidità.
Inoltre con l’introduzione della fatturazione elettronica, questa misura è del tutto inutile.