mercoledì 25 Dicembre 2024
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Efficientamento energetico in edilizia: bonus indispensabili

I progettisti chiedono maggiore controlli sulla qualità delle soluzioni impiegate per l’efficientamento energetico degli edifici e sulle competenze degli attori coinvolti.
La qualità degli interventi di riqualificazione energetica, per la parte di isolamento con sistema a cappotto, è compromessa da:
– la consegna in cantiere di prodotti “assemblati”, quindi non forniti in kit da un unico produttore, a materiali di diversa provenienza messi insieme in cantiere e privi di certificati ETA e marcatura CE;
– l’inesperienza e poca preparazione degli applicatori di Sistemi a Cappotto;
– la mancanza di progetti dettagliati per l’esecuzione di interventi a regola d’arte;
– la complessità normativa dei bonus casa e i continui cambiamenti da recepire e gestire.
E’ quanto emerge da un sondaggio sull’efficienza energetica in edilizia condotto dal Centro Studi di Cortexa – l’associazione delle aziende italiane del settore dell’Isolamento a Cappotto – intervistando oltre 500 progettisti.
L’indagine ha voluto analizzare la percezione che i progettisti hanno del mercato dell’efficienza energetica, anche in seguito a misure importanti come il Superbonus 110% e la direttiva europea sulle Case Green (EPBD), le sfide della professione in questo ambito e gli ostacoli ad un’adozione su larga scala di misure per l’efficienza energetica in edilizia.
L’analisi, secondo Cortexa, è particolarmente importante in virtù delle sfide che il nostro Paese deve affrontare:
– un patrimonio edilizio composto per il 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976;
– una forte dipendenza energetica da approvvigionamenti esteri;
– un inquinamento da PM 2,5 che vede l’Italia in sesta posizione nella classifica delle nazioni più inquinate d’Europa[1];
– una posizione preoccupante nella classifica delle nazioni europee più colpite dal fenomeno della povertà energetica[2], con tutte le conseguenze su salute dei cittadini e spese sanitarie per lo Stato.
Il sondaggio ha voluto, inoltre, verificare il livello di apprezzamento da parte dei progettisti verso il Sistema a Cappotto, che si conferma, secondo i dati ENEA[3], la misura in assoluto più efficace tra quelle che i vari incentivi statali hanno finanziato in ambito di efficienza energetica in edilizia.
I progettisti intervistati – 38% ingegneri e 31% architetti – hanno esperienza in interventi con Sistema a Cappotto: il 24% ha realizzato da 1 a 3 interventi, il 28% da 4 a 9. Solo il 7% non ne ha mai realizzati.
I principali interventi realizzati in ambito di efficienza energetica riguardano la riqualificazione di edifici residenziali esistenti: il 77% degli intervistati si è occupato di riqualificazione di abitazioni indipendenti e ville, il 53% di riqualificazione di condomini.
Relativamente al Sistema a Cappotto, i progettisti sono informati e hanno una buona conoscenza dei riferimenti normativi e delle buone pratiche. Il 93% conosce ed utilizza il Manuale Cortexa per l’applicazione del Sistema a Cappotto; rispettivamente il 44 e il 31% conosce le norme UNI 11715 e UNI 11716 per la progettazione e posa del sistema a Cappotto e per la certificazione delle competenze del posatore di Sistema a Cappotto.
I progettisti chiedono criteri di qualità rigorosi e verificabili: il 74% ritiene indispensabile impiegare Sistemi a Cappotto certificati ETA e il 71% che il Sistema a Cappotto sia dotato di marcatura CE. Il 43% dei progettisti conosce la certificazione delle competenze del posatore secondo la norma UNI 11716.
Per il 30% dei progettisti intervistati la richiesta di prestazioni professionali per la progettazione del Sistema a Cappotto è molto aumentata dall’entrata in vigore del Superbonus 110%. Secondo il 38% degli intervistati, a fronte della riduzione dell’aliquota del Superbonus, il mercato del Sistema a Cappotto, quindi quello delle riqualificazioni energetiche, decrescerà fortemente. L’87% degli intervistati ritiene che senza incentivi fiscali, o a fronte di una riduzione delle aliquote, non sarà possibile riqualificare rapidamente il patrimonio immobiliare italiano.
Per l’84% degli intervistati, il lavoro di progettazione è diventato più complesso a causa dei continui cambiamenti normativi e delle incognite che hanno scosso il mercato, quale quella della cessione del credito. Per il 54% degli intervistati il lavoro è diventato più complesso anche per l’avvento di numerose imprese edili non qualificate in ambito riqualificazione energetica, che hanno indebolito la fiducia dei committenti.
La qualità degli interventi è inficiata, inoltre, dalla mancanza di progetti dettagliati per interventi con Sistemi a Cappotto: il 41% degli intervistati dichiara che, quando agisce come Direttore Lavori, raramente riceve un progetto dettagliato per il Sistema a Cappotto. Questo costringe l’impresa esecutrice a trovare soluzioni in cantiere, esponendo il progetto al rischio di gravi errori.
Nel caso di interventi con Sistemi a Cappotto, le principali difficoltà sono l’assenza di imprese e applicatori specializzati (60%) e la difficoltà a reperire Sistemi a Cappotto certificati ETA, dotati di marcatura CE e forniti come kit da un unico produttore (46%).
Secondo i progettisti, i committenti sono interessati al Sistema a Cappotto principalmente per ridurre i consumi energetici e raggiungere i requisiti di consumo previsti dalla legge (70%). Questa soluzione avrebbe ancora maggior diffusione se vi fossero degli elenchi di imprese qualificate alle quali rivolgersi per effettuare la posa a regola d’arte (53%).
Il 76% dei progettisti sa che il Sistema a Cappotto è una soluzione durevole e che gli edifici con Cappotto non richiedono più manutenzione di quelli che ne sono privi, purché l’intervento sia stato realizzato a regola d’arte. Nonostante, soprattutto in epoca di Superbonus, siano emerse moltissime proposte per l’isolamento degli edifici, i progettisti ritengono che nessuna sia una reale alternativa al Cappotto per l’efficientamento dell’involucro (75%).
“Dal nostro sondaggio emerge come i progettisti richiedano un quadro di riferimenti chiaro per stabilire la qualità del Sistema a Cappotto e degli interventi di efficienza energetica: come Cortexa chiede sin dal 2007, certificato ETA e marcatura CE dovrebbero essere resi obbligatori in Italia, a garanzia della qualità dei Sistemi che si vanno ad applicare o, per lo meno, non si dovrebbero incentivare sistemi che non presentano questi requisiti di qualità.” afferma Stefano Deri, Presidente di Cortexa.
“Un altro aspetto che consentirebbe di non incorrere in un incontrollato accesso agli incentivi per cantieri mal progettati ed eseguiti sarebbe l’introduzione della certificazione delle competenze degli applicatori secondo la norma UNI 11716 come elemento premiante, se non addirittura obbligatorio, per accedere ai benefici. Questo consentirebbe di creare un elenco di imprese esperte sufficientemente ampio per coprire le esigenze di tutti i progetti, mentre oggi gli applicatori che si sono certificati in maniera volontaria sono molto pochi. Dal punto di vista della progettazione e posa in opera i riferimenti sono il Manuale Cortexa e la norma UNI/TR 11715, la cui applicazione è volontaria. Sarebbe necessario prevedere un legame tra il riconoscimento dell’incentivo e il rispetto di tale norma per non sprecare soldi pubblici in opere dalla dubbia qualità”.
“Infine, sottolineiamo come gli operatori ritengano che senza incentivi non saremo mai in grado di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano in tempi ragionevoli, tantomeno potremo adempiere alle richieste dell’Europa. È necessario quindi ripensare il sistema a supporto degli interventi in modo da evitare sprechi, speculazioni, cattiva qualità dei materiali, dei progetti e delle opere e un aggravio insostenibile per i conti pubblici.” conclude Deri.

[1] Osservatorio sui conti pubblici italiani, Università Cattolica, 2021.
[2] Osservatorio povertà energetica istituito dall’Europa.
[3] Dati relativi ai vari interventi di Ecobonus. Fonte: Rapporto sulle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili di energia negli edifici esistenti per l’anno 2021, ENEA, 2022.

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