martedì 16 Luglio 2024
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Ecco come sarà il ponte sullo Stretto: torri da 399 metri e campata centrale da 3,3 km

La legge per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina è stata approvata definitivamente al Senato: si mette quindi in moto la macchina per la realizzazione vera e propria del ponte, che secondo il cronoprogramma ipotizzato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, dovrebbe iniziare nel 2024.
Il ponte sullo Stretto di Messina è stato progettato secondo lo schema del ponte sospeso. Come spiegato dal Ministero delle Infrastrutture (Mit), il progetto tecnico ad oggi è costituito da 8.000 elaborati progettuali e prevede:
– una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri;
– una larghezza dell’impalcato di 60,4 metri;
– un’altezza delle torri di 399 metri;
– un’altezza del canale navigabile centrale di 65 metri per il transito di grandi navi;
– 6 corsie stradali (3 per ciascun senso di marcia compresa la corsia di emergenza) e 2 binari ferroviari, per una capacità dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno.
Il ponte sullo Stretto di Messina avrà un impalcato aerodinamico di terza generazione, stabile fino ad una velocità del vento di 270 km/h e capace di resistere a un sisma pari a 7,1 magnitudo della scala Richter.
Il Mit ha assicurato che sarà data attenzione alle opere di collegamento: sono previsti 20,3 chilometri di collegamenti stradali e 20,2 chilometri di collegamenti ferroviari.
Il Mit ha spiegato che il ponte si integra nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle reti TEN-T, aumentando l’utilità complessiva degli investimenti già fatti ed in corso di realizzazione sull’intero sistema di mobilità interessato. Si tratta, secondo le stime del Mit, di un’operazione che potrebbe modificare nel tempo le scelte localizzative e di approdo di taluni traffici, con benefici per lo sviluppo socioeconomico dell’area.
Il Mit ha inoltre risposto ad una serie di dubbi sul progetto, ad esempio se esiste già un progetto valido per la realizzazione del ponte, se la soluzione a campata unica è quella preferibile, se ci sono rischi connessi ai venti dello stretto o se impatterà negativamente sul paesaggio.
Il progetto definitivo è stato approvato nel 2011 e costituisce il percorso finale di più di 40 anni di studi. La scelta è ricaduta sul ponte sospeso a campata unica, che è diventato uno standard internazionale.
Il Mit ricorda che lo studio di fattibilità si è concluso nel 1986 e che la soluzione di un ponte a più campate è stata esclusa per la conformazione dello Stretto di Messina (i piloni dovrebbero essere realizzati ad una profondità di circa 150 metri e in presenza di correnti marine intense e variabili).
Anche il tunnel non è stato ritenuto una soluzione ottimale in quanto presenta moltissime incognite tecniche di stabilità e tenuta, a causa dell’elevata sismicità dell’area dello Stretto e del rischio di frane e tsunami conseguenti a eventi sismici.
Gli studi sull’area hanno portato all’elaborazione di una tipologia di impalcato aerodinamicamente stabile, in grado di resistere ai venti eccezionali dello Stretto. Il progetto prevede che il ponte sia aperto al traffico stradale fino a quando le raffiche di vento non raggiungano la velocità di 158,2 km/h e al traffico ferroviario fino a quando le raffiche non raggiungano la velocità di 194 km/h. Con le stesse condizioni di vento, sottolinea il Mit, nessun traghetto potrebbe staccarsi dalla banchina.
Il ponte a campata unica impatta infine in modo limitato su fondali, flora e fauna marine.
L’opera avrà un costo complessivo di 13,5 miliardi di euro.
Potranno però esserci degli aggiustamenti. Per evitare che i lavori vadano incontro a intoppi, la legge prevede infatti un aggiornamento dei costi sulla base dei rincari registrati dai materiali da costruzione.
Un altro aspetto che potrebbe impattare sui costi di realizzazione dell’opera è la relazione del progettista che, come previsto dalla legge, deve integrare il progetto definitivo. La relazione dovrà attestare la compatibilità ambientale, il rispetto delle NTC 2018 e delle modifiche alla modellazione geologica e caratterizzazione geotecnica e la conformità alle norme in materia di sicurezza.
È infine prevista l’istituzione, con decreto del Mit, di un Comitato scientifico, con compiti di consulenza tecnica, anche ai fini della supervisione e dell’indirizzo delle attività tecniche progettuali. Gli oneri del Comitato scientifico saranno a carico della società concessionaria nel limite di 500.000 euro annui. Non è tuttavia escluso che i pareri del Comitato scientifico possano avere ripercussioni sui costi del progetto e di eventuali varianti.
Il Ministro Salvini, ha annunciato che il prossimo step sarà la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina.
“Poi ci sono tutti i passi che portano alla manovra di bilancio del prossimo inverno – ha aggiunto – dove ci saranno i primi stanziamenti necessari ad avviare i lavori entro l’estate 2024”.
L’obiettivo del Mit è che i lavori siano conclusi nei primi anni del 2030.
Secondo Giorgio Lupoi, presidente nazionale OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria e architettura), “unitamente al Ponte, dovremmo comunque rilanciare un Piano strategico pluriennale che porti a sanare le fratture del nostro territorio e a contenere i consumi, nell’ottica della salvaguardia dell’intero Pianeta. In tale prospettiva, la rimodulazione dei fondi del PNRR potrebbe costituire un primo significativo passaggio per dare concretezza a questo progetto”.
“Il Ponte sullo Stretto proietta l’ingegneria verso una nuova dimensione, dove l’innovazione tecnologica recita un ruolo di primo piano” osserva Lupoi, che sottolinea come “i cittadini potranno così usufruire di una mobilità più funzionale. Ma non bisogna dimenticare – conclude – l’urgenza di migliorare le infrastrutture a livello locale, coinvolgendo tutte le Regioni del Mezzogiorno, con l’obiettivo comune di creare una valida rete di comunicazione, sostenibile, e sicura”.
Durante un convegno, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dal suo Centro Studi sugli “Aspetti geologici, sismici e normativi delle opere infrastrutturali complesse nell’area dello Stretto di Messina”, il Presidente Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo, ed il Presidente del suo Centro Studi, Lorenzo Benedetto, hanno sottolineato che, per la realizzazione di un’infrastruttura complessa come il ponte sullo Stretto di Messina, è richiesta “una particolare attenzione all’aggiornamento della modellazione geologica”.

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