giovedì 21 Novembre 2024
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Il Superbonus positivo per il Pil: lo studio della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti

Dalla sua introduzione, il Superbonus 110% ha avuto un impatto molto positivo sugli investimenti nel campo edile e, di conseguenza, anche sul PIL nazionale. La Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti ha presentato il documento “Gli effetti macroeconomici e di finanza pubblica del Superbonus 110%”: il testo presenta una stima, al 31 dicembre 2022, dell’impatto macroeconomico e di finanza pubblica legata al Superbonus e agli altri bonus edilizi introdotti a seguito del D.L. 34/2020.
L’analisi svolta dalla Fondazione dimostra che, se consideriamo l’effetto di retroazione fiscale, i diversi bonus edilizi hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali, occupazionali e di valore aggiunto che si riverberano positivamente anche sui fondamentali di finanza pubblica”.
Seguendo il modello CNDCEC-FNC, gli esperti della Fondazione stimano una spesa indotta dal Superbonus – in riferimento agli investimenti aggiuntivi nel campo delle costruzioni e negli ambiti connessi – pari a 96 miliardi di euro nel periodo 2021-2022. A questa spesa indotta corrisponde per lo Stato un costo lordo (rappresentato dalle detrazioni fiscali maturate aggiunte alle ordinarie) di poco più di 97 miliardi di euro.
Secondo i ricercatori –  Tommaso Di Nardo, Salvatore Regalbuto, Pasquale Saggese e Enrico Zanetti – anche se si fa riferimento ad un orizzonte temporale di circa un quinquennio, è possibile stimare un incremento di Pil di quasi 91 miliardi di euro e di gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro. Una volta a regime, il costo netto del Superbonus per lo Stato è stimato pari a 60 miliardi di euro, un valore nettamente inferiore all’incremento del Pil.

Gli effetti del superbonus sui conti dello Stato

Appare evidente che, se si considera adeguatamente l’effetto di retroazione fiscale, l’impatto del Superbonus 110% sulle finanze pubbliche è addirittura positivo, nel senso che l’incremento di Pil generato, comunque, a debito, cioè facendo deficit, sarebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando, in termini percentuali, i fondamentali di finanza pubblica.
Questi dati trovano conferma anche nel report reso noto dal Mef nell’Audizione del 23 maggio 2023 secondo cui si rileva una crescita complessiva del Pil di 121 miliardi di euro per il periodo 2021-2025.
Il documento redatto dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti fa riferimento anche ai dati Istat del biennio 2021-2022. Secondo i risultati Istat, il valore aggiunto nel settore costruzioni è incrementato di 36 miliardi di euro rispetto al 2020 a fronte di un incremento del valore aggiunto totale di 311 miliardi di euro. La spesa per gli investimenti nell’edilizia residenziale è incrementata di 61 miliardi ca. Dati positivi per quanto riguarda il livello occupazionale nel comparto edile: l’Istat registra un incremento di occupazione nel triennio 2020-2022 di 353 mila unità nel settore rispetto al calo generale di un milione e 289 mila occupati.
È importante sottolineare che gli effetti degli investimenti in edilizia legati all’introduzione del Superbonus hanno una valenza intersettoriale, motivo per il quale oltre all’effetto diretto nel campo edile si genera anche un effetto indiretto altrettanto positivo negli altri settori dell’economia. I dati illustrati dall’Istat ne sono la prova diretta: il Superbonus ha dato nuovo impulso alle costruzioni, generando una ricaduta positiva anche in altri ambiti come l’occupazione e il bilancio pubblico.
Il biennio 2021-2022 ha visto una crescita cumulata degli investimenti in edilizia residenziale pari a 70,9 miliardi di euro, un valore in significativa crescita rispetto al 2020. Sebbene i ricercatori non possano constatare con assoluta certezza che l’intera cifra degli investimenti in edilizia residenziale sia riferibile alla spesa agevolata al Superbonus, è plausibile affermare che gran parte dell’incremento economico in riferimento al 2021-2022 sia costituito dalla spesa agevolata dai bonus o riconducibile al credito d’imposta derivante dai bonus edilizi.
Citando ancora i dati Istat, dal documento redatto dalla Fondazione emerge come le unità di lavoro totali impiegate nell’intera economia, dopo essere crollate di 2 milioni e 686 (-11,1%) mila unità nel 2020, sono aumentate di 1 milione e 622 mila unità (+7,6%) nel 2021 e di ulteriori 804 mila unità (+3,5%) nel 2022. Nel settore dell’edilizia, invece, il crollo del 2020 è stato più contenuto (-9,7%), mentre l’incremento 2021 (+19,2%) e 2022 (+7,6%) è stato molto più ampio.
Il Superbonus ha un impatto positivo sul Pil? Secondo la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha sicuramente apportato dei benefici su ampia scala.
Pertanto sebbene non si possa dire che le agevolazioni in edilizia si ripaghino totalmente, si può certamente asserire che tali agevolazioni hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali e occupazionali e, alla luce di quanto sopra evidenziato, anche sui fondamentali di finanza pubblica.
Per poter stimare l’effetto fiscale indotto, il modello di stima utilizzato nell’analisi svolta dalla Fondazione tiene conto della spesa indotta dal Superbonus e degli effetti moltiplicativi che essa ha determinato sulla produzione e sul reddito.
Obiettivo del documento è di portare l’attenzione delle istituzioni e degli operatori del settore sull’effetto di retroazione fiscale prodotto dagli incentivi.
Si legge nel documento che “è evidente che nella misura in cui le stime ufficiali hanno sottovalutato i costi dell’operazione, hanno anche e di molto sottovalutato i benefici per le casse dello Stato, mentre va richiamata l’attenzione sul fatto che, al momento, mentre i maggiori costi sono stati rivalutati e contabilizzati, i benefici, pur essendo in parte contabilizzati, non sono stati per niente rivalutati e di essi viene completamente ignorata la portata.
Ad avvalorare questa tesi troviamo una citazione presente nella Relazione annuale sul 2022 della Banca d’Italia nella quale l’istituto ha affermato che “tenendo conto di questi fattori si può stimare che il costo netto per le finanze pubbliche delle agevolazioni introdotte nel 2020 sia comunque di circa la metà del loro valore, un ammontare significativamente superiore alle stime governative iniziali”.
Il modello di analisi utilizzato dalla Fondazione mette in luce un dato interessante: gli esperti stimano un effetto di retroazione fiscale pari al 35%. In poche parole: per ogni euro di nuovo investimento nel campo edile, grazie agli effetti moltiplicativi sulla produzione e sul reddito, si generano 0,35 centesimi di gettito fiscale. Se quell’euro in più di investimenti è finanziato dalla spesa pubblica, il costo effettivo per lo Stato sarebbe pari a 0,65 centesimi (1 – 0,35).

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