martedì 16 Luglio 2024
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Circolazione dei crediti Superbonus, anche la Regione Lazio vara la legge

Anche la Regione Lazio si attiva per favorire la circolazione dei crediti fiscali incagliati derivanti dagli interventi agevolati con il Superbonus.
Il Consiglio regionale ha infatti approvato una legge che consente alle imprese ed agli Enti sotto il proprio controllo di acquisire crediti fiscali dal mercato, mediante l’utilizzo e il supporto di banche ed istituzioni finanziarie.
Quello della Ragione Lazio “è un provvedimento necessario che non ha la pretesa di risolvere la problematica da soli, ma è essenzialmente un segnale di fiducia rivolto a tutti coloro che sono rimasti imbrigliati nel vortice dei crediti incagliati” – ha detto in Aula il capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Sabatini, primo firmatario della proposta di legge.
L’obiettivo della norma è quello di rispondere al grave squilibrio finanziario e alla crisi economica e occupazionale causati dal blocco del mercato bancario della compravendita dei crediti di imposta. Con questo provvedimento la Regione Lazio intende dare stimolo e impulso, attuando anche un criterio regolatore, alla circolazione dei crediti fiscali, consentendo, nei limiti e nel rispetto delle leggi nazionali, alle imprese ed agli Enti sotto il proprio controllo di acquisire crediti fiscali dal mercato, mediante l’utilizzo e il supporto di banche ed istituzioni finanziarie.
Inoltre, la legge intende contribuire a realizzare un portale dei crediti acquistabili, al fine di dare impulso alla loro circolazione e conseguente vendita ai propri fornitori, innestando un circuito virtuoso che, consenta in modo regolamentato e senza speculazioni la cessione di tutti crediti fiscali di aziende e famiglie alle migliaia di imprese che potrebbero usufruirne.
Il testo ricalca sostanzialmente quello della legge approvata alcuni giorni fa in Basilicata. Il Lazio aggiunge l’obbligo di subordinare l’acquisto a due condizioni:
– gli istituti di credito devono rilasciare all’ente o alla società acquirente la liberatoria attestante l’avvenuta effettuazione dei controlli circa la genuinità del credito;
– i medesimi istituti devono certificare che i crediti rivenduti derivano da interventi di efficientamento energetico o sismico effettuati da imprese aventi sede legale ed operativa nella Regione ed abbiano riguardato interventi su unità immobiliari ubicate nel territorio regionale dalla data dell’inizio dell’intervento sino alla data di entrata in vigore della legge.
Inoltre, gli istituti di credito devono garantire, attraverso apposita clausola contrattuale, il buon fine del credito e fornire idonea garanzia anche nei confronti di qualsivoglia evento che dovesse determinare la non sussistenza o l’inutilizzabilità del credito in compensazione.
I proponenti della legge spiegano che studi indipendenti hanno valutato in una forbice tra i 4 e i 6 miliardi di euro i crediti bloccati nella sola Regione Lazio con il rischio imminente che parte di questi, per effetto delle attuali disposizioni nazionali, diventino non più usufruibili.
Il possibile fallimento di centinaia di imprese, con l’inevitabile richiesta di ricorso alla cassa integrazione – si legge ancora nella relazione -, è uno scenario che appare sempre più probabile, senza provvedimenti che consentano di avviare un mercato parallelo tra imprese, che consenta una circolazione dei crediti fiscali evitando quanto più possibili gli effetti distorsivi di operatori che, approfittando dello stato di necessità delle imprese e delle famiglie, attuino comportamenti speculativi.

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