domenica 17 Novembre 2024
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Edilizia: dalla stagnazione 2023 alla recessione 2024

Federcepicostruzioni esprime profonda preoccupazione per la difficile congiuntura che sta attraversando il comparto delle costruzioni.
Diversi i fattori che influenzano negativamente l’andamento del settore. Le mutate condizioni di mercato, con inflazione, tassi di interesse, debito e costi energetici in aumento, hanno creato un contesto difficile per la crescita. La situazione macroeconomica si è deteriorata rapidamente a partire dal secondo trimestre dello scorso anno, con una contrazione del prodotto interno lordo e i primi segnali di possibili recessioni tecniche.
Eventi globali, come la guerra in Ucraina e l’incremento dei costi dell’energia, uniti alla decelerazione della crescita globale, tensioni geopolitiche e rischi finanziari, hanno contribuito a creare inoltre un clima di incertezza e indebolimento complessivo dell’economia nazionale.
Il trend preoccupante emerge anche dal 96th Euroconstruct Italy Report – Winter 2003, pubblicato dal CRESME qualche giorno fa.
“Lo studio delinea uno scenario di sostanziale passaggio dalla stagnazione del 2023 – commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – ad una di recessione a partire dal 2024. Dopo due anni di crescita costante, tutti i segmenti dell’industria edile stanno affrontando un momento di estrema difficoltà, con una previsione di contrazione stimata dal CRESME nell’ordine del 7,3% nel 2024”.
Il settore immobiliare, sia residenziale che non residenziale, sta subendo un brusco rallentamento. Le transazioni immobiliari residenziali stanno diminuendo, mentre i tassi d’interesse sui mutui in aumento rendono sempre più difficile l’accesso al credito in particolare per alcuni segmenti della domanda. Anche il settore non residenziale privato sta registrando flessioni nelle transazioni, con una diminuzione delle vendite di uffici e proprietà industriali.
I costi di costruzione, materiali e componenti, mostrano dinamiche di stabilizzazione, ma i prezzi elevati stanno creando uno squilibrio nell’equazione domanda-offerta. La politica monetaria restrittiva, a causa dell’aumento dell’inflazione, sta impattando in maniera crescente sui redditi delle famiglie, riducendo la propensione al risparmio.
“In questo contesto difficile – commenta ancora il presidente Lombardi – il settore delle costruzioni sta affrontando anche le conseguenze di repentini cambiamenti nelle politiche governative. Con il ridimensionamento e il superamento del Superbonus, il mercato delle costruzioni si trova a dover affrontare gravi sfide di liquidità, ritardi nella realizzazione dei progetti e dispute legali in un contesto già di per sé, come giustamente rilevato dal CRESME – di estrema complessità e difficoltà”.
“Tuttavia – conclude il presidente Lombardi – dallo studio CRESME emergono anche segnali di speranza: soprattutto nel settore delle opere pubbliche, che si configura come il motore trainante dell’edilizia nei prossimi anni. Gli investimenti in opere pubbliche, nonostante le complesse sfide temporali legate ai cronoprogrammi del Pnrr, mostrano una tendenza positiva, fornendo una prospettiva di crescita nel biennio 2025-2026”.
“Federcepicostruzioni – conclude il presidente Lombardi – rimane impegnata nel sostenere il comparto edile attraverso queste sfide e quelle nuove che si profilano, lavorando in collaborazione con le autorità e gli stakeholder, al fine di arginare le difficoltà attuali e contribuire alla ripresa del settore con una prioritaria attenzione alle piccole e medie imprese. A tal fine rivendica un programma di investimenti e nuovi incentivi fiscali che riattivino sollecitamente gli interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare”.

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