La Direttiva Case Green, entrata in vigore con l’obiettivo di rendere le nuove costruzioni a “emissioni zero” entro il 2030 e ridurre i consumi e le emissioni degli edifici esistenti, segna una tappa fondamentale verso la sostenibilità del settore edilizio. La riqualificazione dell’involucro edilizio, degli impianti e delle tecnologie diventa, quindi, non solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità di sviluppo per l’intero comparto delle costruzioni. Questi temi sono stati al centro del dibattito durante la presentazione di MIBA – Milan International Building Alliance 2025, un evento che si terrà a Fiera Milano (Rho) dal 19 al 21 novembre 2025 e che si preannuncia come un hub di riferimento internazionale per la progettazione e la riqualificazione edilizia.
In occasione di MIBA, è stato presentato l’Osservatorio MIBA, uno studio condotto da Niccolò Aste, Claudio Del Pero e Fabrizio Leonforte, professori del Politecnico di Milano, che esplora le opportunità e le sfide legate alla Direttiva Case Green. Il documento evidenzia il ruolo cruciale del settore edilizio nell’economia globale, nella creazione di occupazione e nel benessere collettivo, sottolineando come la sua modernizzazione sia fondamentale per le politiche di sostenibilità a livello nazionale e internazionale. Tuttavia, la situazione italiana e quella europea sono segnate da un patrimonio edilizio obsoleto: con un tasso di rinnovo annuo di appena l’1%, molte città storiche non rispondono più agli standard richiesti in termini di funzionalità, efficienza energetica e sicurezza. Il 75% degli edifici europei è inefficiente dal punto di vista energetico e la maggior parte di questi continuerà ad esserlo nel 2050, aggravando ulteriormente il problema legato al cambiamento climatico.
In questo contesto, la strategia europea Renovation Wave è stata pensata per incentivare il rinnovamento del parco edilizio. La Direttiva EPBD IV, approvata nel 2024 e da attuare entro il 2026, pone obiettivi ambiziosi in termini di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra. La Direttiva Case Green prevede, infatti, che tutti gli edifici di nuova costruzione raggiungano lo standard di “emissioni zero” entro il 2030, mentre per quelli esistenti vengono fissate riduzioni dei consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 per gli edifici residenziali, con obiettivi ancora più ambiziosi per quelli non residenziali.
Il Report MIBA propone tre scenari per l’attuazione della Direttiva: uno conservativo, uno normativo e uno ambizioso. Nel primo caso, con investimenti annui limitati, si prevede un risparmio energetico parziale rispetto agli obiettivi fissati. Lo scenario normativo prevede un’applicazione piena della Direttiva, con investimenti medi di 95,5 miliardi di euro all’anno, mentre lo scenario ambizioso prevede un forte impegno statale e un incremento degli investimenti fino a 102,5 miliardi di euro, mobilitando risorse significative e favorendo innovazione e sostenibilità.
Sebbene la Direttiva richieda ingenti investimenti, il Report sottolinea che ogni euro investito nel settore edilizio restituisce almeno il 40% all’erario, trasformando l’implementazione della Direttiva da un costo a un’opportunità economica. Inoltre, il ricorso a strumenti finanziari innovativi, come i mutui green e le Energy Service Company (ESCO), potrebbe agevolare l’accesso ai fondi necessari per la riqualificazione energetica.
Infine, la Direttiva Case Green promuove tecnologie avanzate per la sostenibilità, come l’uso di materiali innovativi, l’integrazione di impianti fotovoltaici negli edifici (BIPV) e la gestione automatizzata dell’energia tramite sistemi intelligenti (BACS). La Direttiva rappresenta, pertanto, una sfida ma anche una grande opportunità per l’Europa, poiché stimola l’innovazione e la sostenibilità, elementi essenziali per il futuro del settore edilizio.