I confini della legittimità edilizia e le normative di riferimento in materia di ordinanze di demolizione di opere realizzate senza i dovuti permessi o in assenza della corretta documentazione amministrativa. Spunti interessanti vengono da una decisione del TAR di Lecce. Le opere oggetto di contestazione riguardano principalmente un locale (box) di circa 34 metri quadrati, pavimentazioni esterne in gres, e una recinzione con cancello metallico. Le motivazioni alla base delle ordinanze di demolizione e le difese dei ricorrenti sono state esaminate in dettaglio, con una sentenza che evidenzia la posizione consolidata della giurisprudenza amministrativa.
Le opere contestate e il procedimento di demolizione
Le opere edilizie sotto esame sono:
1. Un locale box di circa 34 metri quadrati, realizzato con muratura e copertura in cemento amianto;
2. Piazzali pavimentati in gres, per una superficie complessiva di circa 10 metri quadrati;
3. Un tratto di recinzione in rete metallica e un cancello d’accesso in metallo.
L’ordinanza di demolizione, impugnata dal ricorrente, si fondava su due principali motivazioni:
– Il box era stato edificato senza permesso di costruire, nonostante fosse già stato oggetto di una precedente ingiunzione di demolizione emessa circa 25 anni prima e mai eseguita.
– Le pavimentazioni esterne, la recinzione e il cancello erano stati realizzati senza una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), documentazione che si rendeva necessaria per interventi edilizi di minore entità.
Il giudizio del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)
Il TAR, in risposta alle argomentazioni del ricorrente, ha confermato la legittimità dell’ingiunzione di demolizione riguardante il locale box, ma ha annullato parzialmente il provvedimento relativamente agli altri interventi (pavimentazione, recinzione e cancello). La motivazione principale del giudice si fonda sulla valutazione che tali opere rientrano nell’ambito dell’edilizia libera, come previsto dall’art. 6 del DPR n. 380/2001.
Il caso del “box” e l’approccio giuridico
Il Tribunale ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza amministrativa: il provvedimento di demolizione relativo al box è da considerarsi un atto vincolato, non richiedendo una motivazione complessa rispetto agli interessi pubblici da tutelare, in quanto già stabiliti dal legislatore. Non è stato ritenuto influente il fatto che l’immobile fosse stato acquistato in buona fede dal ricorrente, poiché, secondo la normativa vigente, chi acquisisce un immobile abusivo subentra in tutti i diritti e doveri legati all’immobile, inclusa la situazione di abuso edilizio.
In particolare, il tribunale ha escluso che il “box” potesse essere considerato una pertinenza edilizia, sottolineando la sua autonomia funzionale rispetto all’unità immobiliare principale, in linea con l’orientamento prevalente della giurisprudenza.
La demolizione di pavimentazioni e recinzioni: il limite della SCIA
Per quanto riguarda la pavimentazione esterna, la recinzione e il cancello, il TAR ha ritenuto che tali interventi rientrassero nell’edilizia libera, ovvero in quella categoria di opere che non necessitano di permesso di costruire ma solo di una SCIA. Tuttavia, anche ammettendo che fosse necessario presentare una SCIA, la sola assenza della medesima non giustificherebbe la demolizione dell’opera. In base all’art. 37 del DPR n. 380/2001, infatti, la mancata presentazione della SCIA comporta solo l’applicazione di sanzioni pecuniarie, non la demolizione, salvo che non si tratti di interventi incompatibili con gli strumenti urbanistici di riferimento.
Conclusioni e implicazioni per il settore edilizio
La sentenza in oggetto ribadisce l’importanza di un’attenta valutazione delle opere edilizie sotto il profilo della legittimità amministrativa. Mentre per alcune opere come il “box” la demolizione è inevitabile in assenza di permesso di costruire, per interventi minori (come pavimentazioni e recinzioni) la normativa offre spazi per evitare sanzioni demolitorie, limitandosi a sanzioni pecuniarie, sempre che le opere non siano in contrasto con gli strumenti urbanistici.
Questa decisione evidenzia, quindi, un aspetto cruciale per i professionisti del settore: la necessità di garantire la corretta documentazione e l’adempimento degli obblighi amministrativi, non solo per evitare incorrere in sanzioni, ma anche per evitare il rischio di demolizioni dispendiose e dannose per i proprietari. La regolarizzazione tempestiva delle opere e la corretta applicazione delle normative relative alla SCIA rappresentano, dunque, un aspetto fondamentale per la gestione dell’edilizia privata in conformità con le leggi urbanistiche.